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Francesco Borgonovo: “Io gay? Fatti miei”, e La Russa esprime solidarietà

Dopo l’outing subito, l’opinionista tv e giornalista vice-direttore de La Verità risponde pubblicamente al tweet di Massimiliano Parente.

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Francesco Borgonovo ha risposto al tweet di Massimiliano Parente, senza smentire né confermare di essere gay.
“Il mio privato è, appunto, affar mio” dice il vice-direttore de La Verità. Che ha chiesto di essere interpellato per il giornalismo e per le sue idee politiche e non per chi ama.

Qualche ora fa, senza fare nomi, avevamo provato a dare la notizia – perché sì, è una notizia – del tweet dal quale lo scrittore ed editorialista di Libero Massimiliano Parente aveva divulgato i privatissimi fatti omoaffettivi dell’opinionista tv, giornalista e vice-direttore de La Verità, Francesco Borgonovo.

Ecco il tweet di Massimiliano Parente

Ignazio La Russa, Presidente del Senato, ha espresso solidarietà a Borgnovo.

Mi interessa zero il tentativo squallido di colpire Francesco Borgonovo che non deve rendere conto a nessuno della sua vita. A Francesco il mio fraterno abbraccio e la mia sincera stima.

 

Nei successivi tweet di commento dello stesso Parente, lo scrittore fa notare come i media italiani abbiano, nella stragrande maggioranza dei casi, plaudito alle parole di La Russa, prendendo le difese di Francesco Borgonovo. “La solidarietà a Borgonovo dimostra l’omofobia di chi – scrive Parente su Twitter – oltre a togliere i diritti alle famiglie gay, ritiene che dire di qualcuno che è omosessuale sia infamante. Come se avessi detto che è pedofilo. Ah no, quelli vengono tollerati, basta farsi preti.”

Secondo quanto scrive il Corriere, Parente rischierebbe addirittura guai con la legge. “La Suprema Corte, con la sentenza n. 30369 del 24 Luglio 2012, aveva già condannato un giornalista che in un articolo svelò l’orientamento sessuale di una persona senza il consenso della medesima e in assenza di interesse pubblico della notizia“.

L’outing come strumento di lotta politica

Un autorevole esponente della comunità LGBTQIA+ italiana, su una chat privata, racconta come l’outing sia uno strumento di lotta politica.

L’outing è una pratica politica della comunità lgbt dagli anni 70. E ci ha salvato e ci ha difeso per decenni denunciando gli stronzi che per anni hanno impedito leggi, ostacolato vite e rovesciato tutta la merda possibile. Due cose non tollero: il buonismo e il moralismo di chi in queste ore lo difende o esprime dubbi. Sono l’inciampo che ha impedito negli ultimi 23 anni a questo movimento di fare passi avanti.

 

“Le mie opinioni sono pubbliche, e chi no le condivide si può misurare su quelle” ha chiosato Borgonovo.
La notizia è divampata incandescente, un pettegolezzo da rifiutare, una questione privata su cui tacere, mantenere decoro. L’opinionista e giornalista Borgonovo divulga ogni sera dai network televisivi nazionali messaggi coerenti con la propria visione: Borgonovo ritiene che non sia importante sapere quale persone egli ama, tuttavia è importante discutere delle sue idee, secondo le quali gli amori LGBTI+ non devono avere diritti eguali a quelli degli amori eterosessuali.

 

 

 

 

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