Continua l’intervista di gay.it a Franco Cardini, ordinario di Storia Medievale presso la l’Università di Firenze, sulle origini e i rapporti fra le tre massime religioni monoteiste e l’identità omosessuale. Nella terza parte esaminiamo la posizione dell’Ebraismo.
Partiamo, ancora una volta, dalle origini.
"L’Ebraismo si è dovuto affermare sul mondo egizio e sugli Assiro – Babilonesi, società dove non vi erano tabù sessuali, tanto che esistevano anche riti di accoppiamento con animali. Per darsi una forte identità l’ebraismo ha dovuto porre norme molto rigide. Stiamo parlando del secondo millennio avanti Cristo e di una realtà con forti popolazioni pagane".
In seguito alla diaspora, però, l’Ebraismo ha consolidato la sua identità.
"Da una parte ha subito un processo di assimilazione nei confronti del pensiero occidentale. Lo stesso stato di Israele è uno stato occidentale. Ma dall’altro lato esiste un sempre crescente movimento ebraico a carattere tradizionalista che si oppone a certi costumi, anche sessuali. Una parte degli ebrei non ha mai accettato il laicismo".
Israele, però, ammette l’ingresso degli omosessuali nell’esercito.
"In Israele anche i gay prestano servizio militare. Fino a qualche anno fa era scontato, ma adesso i movimenti con più forte impronta religiosa, mettono in discussione questo diritto – dovere dei cittadini omosessuali, condannando con sempre maggiore forza l’omosessualità. Se due ragazzi andassero per mano nel quartiere ortodosso di Gerusalemme, probabilmente verrebbero menati. La differenza è che anni fa quelli che si fossero azzardati a menarli, sarebbero finiti sotto processo. Adesso non so se subirebbero la stessa sorte. Anche nel mondo ebraico, per fattori contingenti, sta prendendo sempre più forza la parte cosiddetta integralista. Naturalmente bisogna operare una netta separazione con gli ebrei della diaspora, che si sono adeguati agli usi dei paesi in cui risiedono e per i quali il peccato non è più reato. Ma in Israele, dove comunque gli Ebrei non sono più di cinque milioni, si sta svolgendo un dibattito acceso e l’identità omosessuale, anche se non massicciamente rappresentata, non gode di buona pubblicità".
Si tratta di atteggiamenti di gruppi conservatori o di precetti religiosi?
"Principalmente di atteggiamenti contemporanei. Che invertono la rotta rispetto ad atteggiamenti passati, più liberali e tolleranti, almeno nella pratica. Ma anche qui, bisogna comunque considerare le tradizioni: per gli ebrei, come per gli arabi, non è gradita l’ostentazione dell’identità sessuale del singolo".
Qual è il grado di tolleranza dell’Ebraismo nei confronti degli omosessuali?
"L’Ebraismo ha dato il là con l’aperta ostilità verso comportamenti sessuali non procreativi. Mentre per le comunità nomadi diventa pericoloso non procreare a sufficienza, per le popolazioni ebraiche il punto è la necessità di distinguersi dai pagani. I Cristiani e i musulmani, invece, dovevano convertire, integrare i pagani. Tutte le scritture ebraiche, antico testamento incluso, hanno fortissimo contenuto giuridico. L’ebraismo è molto più duro, ma anche molto più circoscritto. Non si capisce la chiusura di questa religione se non si tiene presente che il popolo ebraico si considera il popolo eletto, puro rispetto agli infedeli. Cristianesimo ed Islam sono religioni universalistiche. L’ebraismo è la religione del popolo eletto. Poi vi possono entrare anche non ebrei, ma è difficilissimo che la comunità accetti conversioni esterne ad essa. La stesa rigidità nel condannare gli usi sessuali si riporta negli usi alimentari".
di Paola Faggioli