(in copertina Marco Dapper)
Si chiude questa sera al Teatro Strehler la seguitissima edizione numero ventuno del Festival Internazionale di Cinema Gaylesbico e Queer Culture di Milano (+ 10-15 % di pubblico). A presiedere la serata di premiazione, alle ore 21.00, ci sarà Daniela Benelli, assessore alla cultura della Provincia, a riprova che le istituzioni intendono fornire tutto il loro supporto alla manifestazione e calmare le acque riguardo al rifiuto del patrocinio che dovrebbe essere ritrattato domani in Giunta. Anche Vittorio Sgarbi ha confermato il suo appoggio l’altro ieri dal palco dello Strehler.
Seguirà la spensierata commedia americana ‘Eating Out 2: Sloppy Seconds’ di Philip J. Bartell, ideale per rifarsi gli occhi con la rivelazione sexy di questo festival, Marco Dapper, una sorta di tonico Robin Williams perfettamente definito e molto, molto più
affascinante (il Corriere della Sera lo definisce addirittura ‘un’icona gay’!). Ma tutto il cast maschile non lesina in fatto di muscoli esibiti nelle innumerevoli scene di nudo, da Jim Verraros a Brett Chukerman, dal latino Adrian Quinonez al biondo Nicholas James nel cameo hot del surfista che ‘converte’ l’etero asiatico.
Uno dei trend di quest’edizione è stato indubbiamente un progressivo sfaldamento delle identità di genere, sempre più fluide e aperte a sperimentazioni sessuali: dal calciatore che dichiara nello spogliatoio di essere gay ma ha un figlioletto sempre tra i piedi ed è ancora legato alla moglie nella sonnacchiosa ma simpatica commedia islandese ‘Eleven Men Out’, alle schermaglie amorose bisex nell’elegante ‘Puccini for Beginners’ della Maggenti (Philip è interpretato dal bravo Justin Kirk di ‘Angels in America’) che portano invece a gelosie e rancorose vendette nel nervoso e dogmatico ‘Gypo’ di Jan Dunn.
Marco Dapper è la rivelazione sexy: perfettamente definito e molto, molto affascinanteAmbiguità più sentimentali che sessuali si percepiscono anche nell’intimista ‘Un jour d’été’ mentre nel bizzarro road movie ‘Comme des voleurs’ l’ossessione per la cultura polacca convince il protagonista nonché regista del film Lionel Baier addirittura a sposare un’immigrata clandestina. Molto interessante il coinvolgente film spagnolo prodotto per la televisione ‘Electroshock’ di Juan Carlos Claver, squarcio inedito sulla repressione franchista con attacco da thriller sulla vicenda reale avvenuta nel 1972di una donna internata in un manicomio e costretta a dannose sedute di elettroshock per essere stata sorpresa dai genitori con la fidanzata (è un piacere rivedere l’almodovariana Julieta Serrano nel ruolo della madre).
Il nostro colpo di fulmine va però al folgorante documentario ‘Wrestling with Angels’ del premio Oscar Freida Lee Mock, immersione a tutto campo nell’universo creativo dell’eclettico drammaturgo Tony Kushner di cui si ripercorre soprattutto la produzione teatrale evidenziandone la peculiarità autobiografica e analizzandola ‘dall’interno’ (la ricerca delle idee, le prove con gli attori, le consulenze del marito durante la scrittura). Da brividi l’invocazione agli dei di un’inarrivabile Meryl Streep nel monologo finale.
Tra i cortometraggi abbiamo apprezzato soprattutto la selezione lesbica con una nota di merito allo strepitoso film muto in bianco e nero ‘Guerra e Pacs’ di Silvia Novelli del collettivo le ‘Badhole’, quasi un comico cartoon sull’omofobia imperante ‘della porta accanto’, e alle divertenti cowgirls nostrane del suggestivo ‘A Lesbian Western’ di Cristina ‘Sirka’ Capone.
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