Grande Fratello Vip, nessuna squalifica per Patrizia De Blanck. Nonostante le richieste a gran voce da parte del web, la concorrente del reality di Canale 5 non ha subito alcuna punizione per aver usato la parola “fro*io” nelle ore passate, facendo innervosire molto il coinquilino Tommaso Zorzi. “C’ho la voce del gay, del fr*cio“, ha detto Patrizia De Blanck ieri mattina al GF Vip, durante la colazione, riferendosi al fatto di non voler indossare il microfono appena sveglia.
Poco distante da lei Tommaso Zorzi, che non ha apprezzato il fatto che la contessa abbia usato quell’aggettivo che tanto l’ha ferito in passato. “Chi non l’ha provato sulla sua pelle, non può permettersi di usare la parola con leggerezza, una terminologia che a me fa venire la pelle d’oca“, ha rivelato l’influencer in Confessionale.
Durante la diretta di lunedì 5 ottobre, Alfonso Signorini ha richiamato proprio la coppia protagonista del diverbio per chiarire l’incresciosa situazione, stanco di dover riprendere in ogni puntata i concorrenti per via del loro linguaggio. Se Fausto Leali e Denis Dosio hanno subito la squalifica rispettivamente per l’uso di parole razziste e di una bestemmia, per la contessa De Blanck una semplice tirata di orecchie. Perché?
L’espressione infelice tu l’hai rivolta a te stessa, proprio per questo non è stata presa nemmeno in considerazione l’idea della squalifica. L’hai fatta rivolta verso te stessa, era una considerazione tua personale, non verso persone “sensibili” a questo termine. Però vorrei che tu e altre persone comprendeste che è brutto sentire usare certi termini.
Gf Vip, Patrizia De Blanck scampa la squalifica: “Ho tanti amici gay, ne ho anche sposato uno”
Una motivazione da unghie sui vetri, dato che la concorrente ha fatto chiaramente illusione a Tommaso Zorzi, richiamandolo per via del suo orientamento sessuale. Patrizia De Blanck ha poi cercato di giustificare la propria uscita con motivazioni simili a quelle già sentite nel corso dell’edizione. Era una maniera di parlare qualche anno fa, l’ho fatto per far divertire, io sono un’icona gay, ho tanti amici omosessuali. Sufficienti per il programma, affaticato dall’idea di una De Blanck fuori dal gioco.
Alfonso Signorini ha concluso lo spazio parlando della propria esperienza personale. Una storia di ragazzo ferito dalle offese omofobiche che prendevano forma proprio intorno a quelle parole ingiuriose. Parole che fanno male, figlie di un sistema che personaggi di richiamo nell’intrattenimento hanno l’obbligo morale di smantellare. A maggior ragione se proclamatesi icone di diversità.
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