La Boy Scouts of America (BSA) si chiamerà dal prossimo anno Scouting America, in una mossa che rappresenta l’ultima fase di un profondo rebranding volto a promuovere principi di inclusività di genere e a distaccarsi dalla turbolenta storia di scandali sessuali che ha segnato il suo passato.
La dirigenza dell’organizzazione ha comunicato martedì che i cambiamenti annunciati saranno però effettivi a solo a partire dall’8 febbraio 2025.
Già nel 2018, l’ente, fondato nel profondo Texas ormai 114 anni or sono, aveva aperto le porte alle ragazze cisgender nel suo programma Cub Scout destinato all* bambin* più piccoli. L’anno seguente, aveva poi proceduto a cambiare il nome del suo programma principale da “Boy Scout” a “Scouting BSA“.
Questa settimana, i leader hanno precisato che il nuovo nome sarà ancora più inclusivo, destinato a giovani di tutte le identità di genere nei vari programmi offerti.
“Nonostante il cambio di nome, la nostra missione persiste inalterata: continuare ad insegnare ai giovani a essere preparati per per la vita” – ha dichiarato Roger Krone, presidente e CEO di Scouting America. Krone descrive l’organizzazione come “un ambiente accogliente e sicuro in cui i giovani possono crescere per diventare la migliore versione di sé stessi”, aggiungendo poi “questo rappresenta un cambiamento semplice ma estremamente significativo, poiché miriamo a garantire che chiunque possa sentirsi accolt* nel mondo dello scoutismo””.
Negli ultimi dieci anni, la Boy Scouts of America (BSA), come è ancora formalmente nota, ha apportato sostanziali modifiche ai suoi criteri di adesione. A partire dal 1978, la politica dell’organizzazione escludeva esplicitamente sia giovani che adulti LGBTQ+; una restrizione che è stata revocata solo nel 2014 per i giovani e nel 2015 per gli adulti.
In un contesto separato, si era poi scoperto che la BSA aveva occultato per quasi un secolo accuse di abusi sessuali perpetrati da numerosi leader adulti, situazione che negli ultimi vent’anni è conseguita in una sequela di cause legali.
Nel 2020, la dirigenza della BSA ha dichiarato il fallimento, e nel 2022, un tribunale fallimentare federale ha approvato la creazione di un fondo di liquidazione superiore ai 2 miliardi di dollari, finalizzato a risarcire le vittime e a permettere all’organizzazione di proseguire le sue attività.
BSA sembra però avere tutta l’intenzione di fare ammenda e liberarsi dello stigma: il recente rebranding segna un radicale cambio di rotta, introducendo un nuovo approccio al reclutamento che abbraccia una maggiore apertura di genere e un monitoraggio più stringente sui comportamenti inappropriati da parte della leadership.
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