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Hiv e nuove frontiere per vivere meglio con il virus!

Dal 19 al 22 febbraio 2023 a Seattle (USA), durante la conferenza scientifica CROI, la più importante
nel campo, si è parlato di tante novità. Obiettivo: vivere meglio con il virus!

nuove frontiere hiv
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Sappiamo già da tempo che se una persona con Hiv è in terapia antiretrovirale efficace, cioè con carica virale non rilevabile nel sangue (undetectable), allora è anche non più infettiva (untrasmittable). Questo concetto è importante per tutti: per chi è Hiv negativə, perché se sa che unə partner sessuale è positivə e anche undetectable, allora può fare sesso in piena sicurezza. Per chi è Hiv positivə: oltre che al proprio benessere, c’è anche il fatto che non è infettivə, e quindi può vivere il rapporto sessuale con più libertà.

Ma tutto questo è sufficiente per vivere bene con l’HIV? U = U (undetectable = untrasmittable) certamente risolve tante cose, ma c’è ancora strada da fare per far vivere meglio una persona con HIV.

Ci sono tematiche di ordine sociale: la nostra società ha compreso il cambiamento epocale che U = U ha portato? La risposta è certamente no: è sufficiente chiedere al primo che passa cosa pensa dell’AIDS o della persona che ne porta il virus. È difficile “beccare” una persona – tra la popolazione generale – che conosca questo concetto. Diverso è invece in un contesto di popolazione selezionata, ad esempio quella LGBTQA+.

Ci sono tematiche di ordine psicologico: la ferita che l’Hiv lascia nella persona è troppo profonda. Una persona che si è infettata nell’ultima decade, se non è stato male per AIDS, ha una ferita diversa da quella di una persona con una lunga storia di Hiv. Ma sempre ferita è. Te ne accorgi quando fai una domanda all’incontrario: come ti sentiresti senza HIV? Senti risposte bizzarre: chi nega cambiamenti (visibilmente mentendo), chi non sa cosa dire, chi manifesta speranza.

Tutto questo per dire che è comprensibile come mai la scienza stia cercando soluzioni terapeutiche che alleggeriscano il peso della malattia. Eliminare il ricordo persistente, quotidiano della malattia è oggi possibile grazie a terapie a lento rilascio, che quindi consentono una somministrazione non quotidiana.

Questo è stato fondamentalmente quanto di nuovo è stato riportato alla conferenza: alcuni di questi farmaci sono già in commercio, altri verranno presto. Una cosa però è evidente: le persone con Hiv non sono spesso consapevoli del martello quotidiano a cui sono sottoposte, finché non provano la sensazione di non avere più una martellata.

E appena le persone se ne rendono conto, allora un mattoncino in più rispetto alla libertà viene posto.

Ci sono associazioni che parlano in modo molto chiaro delle opportunità terapeutiche oggi disponibili, segnalo Nadir.

Inoltre, per chi è interessato direttamente, chiedere informazioni al propriə medico infettivologə sulle novità terapeutiche è fondamentale.

Non dobbiamo aver paura di cambiare, dobbiamo sognare la terapia migliore per noi, in linea con le nostre abitudini quotidiane e con il nostro stile di vita.

 

Foto copertina: Jade Masri via Unsplash

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