Il presidente francese, Francois Hollande, ha ammesso il diritto alla "libertà di coscienza" per i sindaci contrari a celebrare matrimoni tra omosessuali. Lo sdegno delle associazioni gay, però, ha costretto Hollande a fare un parziale passo indietro e n una conferenza stampa tenuta insieme a Giorgio napolitano che si trova in visita ufficiale Oltralpe ha dichiarato: "I sindaci e i vice-sindaco celebrano i matrimoni in nome dello Stato. La loro celebrazione sarà dunque assicurata in ogni comune francese in nome della parità dei diritti".
Secondo il presidente dell’Assemblea nazionale Claude Bartolone la "clausola di coscienza" non è inserita nel progetto di legge che sarà sottoposto ai deputati. "È una formula che è stata impiegata dal presidente della Repubblica – ha spiegato ai microfoni della trasmissione Questions d’info – ma la clausola di coscienza non è prevista nella legge che sarà presentata all’Assemblea nazionale".
La legge preve già che i sindaci possano delegare un matrimonio per ragioni personali. Forse Hollande faceva riferimento a questo, ma l’aver anche solo ipotizzato una sorta di obiezione di coscienza per i funzionari pubblici che vieterebbe a una parte della popolazione di sposarsi ha scatenato il caos fra le associazioni gay del paese costringendo il presidente a precisare quanto dichiarato in precedenza.