E’ stata approvata la direttiva del Parlamento Europeo contro tutte le forme di discriminazione. Il documento mira ad una seria lotta "alla discriminazione per motivi di religione, disabilità, età o orientamento sessuale".
Cosa prevede – La direttiva individua due forme di
discriminazione: una "diretta" quando «una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata un’altra in una situazione analoga»; e una "indiretta" quando «una disposizione, un criterio o una prassi apparentemente neutri possono mettere persone di una determinata religione o convinzione, con una disabilità, di età o di orientamento sessuale in una posizione di particolare svantaggio rispetto ad altre persone». "I deputati chiedono di prendere in considerazione anche la «multidiscriminazione», ossia una combinazione dei motivi di discriminazione summenzionati" si legge nella direttiva al vaglio dell’assemblea europea.
I deputati, inoltre, chiedono agli Stati membri di introdurre nel loro ordinamento giuridico interno le misure necessarie affinché il danno subito dalla persona lesa a causa di una discriminazione «sia realmente ed effettivamente indennizzato o risarcito» secondo modalità da essi fissate, «in modo dissuasivo e proporzionato rispetto al danno subito».
Cosa cambierà – Se anche la Commissione approverà la direttiva del Parlamento, questa volta l’Italia dovrà adeguarsi. Il testo infatti dovrà essere recepito da tutti i parlamenti nazionali entro un tempo massimo satbilito anch’esso dall Commissione. Ma cosa cambierà realmente? Lo abbiamo chiesto ad Andrea Ambrogetti, ufficio stampa del gruppo PD-PSE. «La direttiva è storica per la sua portata. Ma cosa cambierà realmente dipenderà da come essa verrà recepita dal nostro parlamento. Non sarebbe la prima volta, infatti, che in fase di recepimento i nostri deputati modificano l’interpretazione, e quindi la sostanza, del testo europeo.» Secondo la deputata Donata Gottardi (PSE) «Siamo fiduciosi che con la prossima commissione svedese e ancora di più con la successiva commissione a guida spagnola, la nostra direttiva sarà approvata in tempi rapidi. Da lì partirà il recepimento nei parlamenti nazionali»
Due volte in pochi giorni – È la seconda volta in pochi giorni che si assiste ad un intervento del Parlamento Europeo in tema di discriminazioni per orientamento sessuale. Ieri l’assemblea aveva approvato una relazione che ammoniva alcuni stati membri per la loro incapacità di prevenire episodi di omofobia. Fra questi figurano anche l’Italia, la Romania, la Bulgaria e la Repubblica Ceca.
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