"Sì, sono gay", ha ammesso don Mario dopo le polemiche per aver espresso posizioni a favore delle coppie di fatto dello stesso sesso. "Ma non pratico", ha poi specificato. A nulla però è servito puntualizzare che il voto di castità non è mai stato violato. La Curia ha infatti deciso di sospenderlo.
"Sono gay. Non sono voci, è una realtà che tutti i miei parrocchiani sanno bene", ha affermato il parroco al quotidiano Il Giorno. Ma lei ha fatto promessa di celibato e castità? Ha poi chiesto il giornalista. "Appunto: – è stata la risposta – io presto comunque fede all’impegno che ho preso. Non ci sarebbe alcuna differenza tra un prete eterosessuale e uno omosessuale". "Da quando ho cominciato a essere sincero per me sono cominciati i problemi. È per questo che parlo di omofobia all’interno della chiesa. Da quando ho affrontato questi argomenti sono iniziate le difficoltà – ha continuato don Mario che ha poi aggiunto – Quello che mi ha stupito però è che le persone mi difendono a spada tratta sapendo quello che sono"
Infatti a Perego, il paesino in provincia di Lecco dove don Mario diceva messa, gli abitanti non ci stanno, e fra la Lega che plaude alla scelta di rimuoverlo e la sinistra che attacca manifesti in città contro la decisione della Curia, in mille hanno firmato affinché don Mario venga riammesso nella sua parrocchia. La punizione per chi si dichiara gay nei seminari è rigida: i giovani vengono immediatamente rimossi "anche solo se professano i diritti dell’omosessualismo", dice un prelato al Corriere di Lecco.
Nessuno ne parla mai e don Mario è solo la punta di un iceberg che ricorda i militari americani che a causa della clausola Don’t ask, don’t tell hanno dovuto nascondersi fino alla sua recente abrogazione. È stato l’attuale Papa a volere questa regola. E don Mario, anche se non più in seminario, ha ricordato a tutti quanto possa essere spietata la legge dell’esercito di Dio.
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