Il Parlamento del Ghana ha approvato la legge anti-LGBTI, che dovrà ora essere approvata con firma del Presidente Nana Akufo-Addo. Il disegno di legge impone una pena detentiva fino a tre anni per chiunque sia ritenuto colpevole di identificarsi come LGBTI. In Ghana il sesso tra persone omosessuali è già oggi illegale e prevede pene detentive fino a tre anni di reclusione. La nuova legge impone ora condanne detentive anche alla semplice identificazione come persona LGBTI.
La norma impone inoltre una pena di reclusione di cinque anni per chiunque aderisca, organizzi e formi o finanzi un gruppo LGBTI.
Il Ghana è una repubblica democratica presidenziale, una delle più stabili in Africa, con parlamento costituito da due camere e un sistema di governo multipartitico. L’attuale presidente, Nana Akufo-Addo, del New Patriotic Party (NPP), è stato eletto nel 2017.
Il disegno di legge anti-LGBTI ha avuto il sostegno dei due principali partiti di maggioranza, ma entrerà in vigore solo se il presidente Akufo-Addo, considerato fino a poco tempo fa contrario all’approvazione della legge, lo firmerà. Nelle ultime settimane il presidente si è detto incline a firmare, se la maggioranza dei ghanesi lo vorrà. Da sempre Akufo-Addo si è detto fermamente contrario al matrimonio egualitario in Ghana.
È fallito il tentativo del deputato di maggioranza Alexander Afenyo-Markin, che pure aveva raccolto un nugolo di colleghi di partito, per tentare di emendare l’articolo che impone le pene detentive, in favore di pene quali servizi sociali e lavori per la pubblica amministrazione.
Nel paese il dibattito sul controverso disegno di legge è stato animato nelle ultime settimane. La società ghanese sembrerebbe aver dimostrato di sostenere la legge anti-LGBTI ed oggi si teme che il clima possa favorire una vera e propria caccia alle streghe. La legge prevede infatti l’accusa di “grave indecenza in pubblico”. Così, qualsiasi manifestazione pubblica di affetto tra persone dello stesso sesso, o in cui una o alcune delle persone coinvolte si identifichi come persona LGBTI, potrà essere accusata e incriminata. Incriminate sarebbero anche le persone che si battono per i diritti LGBTI. Secondo alcuni attivisti e osservatori, molte persone dovranno immediatamente nascondersi, perché ad oggi identificate come persone LGBTI, o loro sostenitrici.
Sarebbe stata invece rimossa la clausola che nella precedente bozza imponeva la terapia correttiva, fino all’intervento chirurgico, per le persone intersessuali.
Dopo l’approvazione di una legge analoga, e assai più severa, in Uganda, dal Ghana giunge un segnale ulteriormente preoccupante della deriva anti-LGBTI di alcuni paesi africani. Circa un mese fa Amnesty International aveva parlato di una potenziale estinzione della comunità LGBTI in Africa.
La coalizione per i diritti umani Big 18, gruppo di avvocati e attivisti in Ghana, ha condannato il disegno di legge.
La presidente del consiglio del Centro del Ghana per lo sviluppo democratico (CDD-Ghana), la professoressa Audrey Gadzekpo, ha esortato il Presidente Akufo-Addo a non approvare il disegno di legge: “I diritti umani non dipendono dall’approvazione o dalla disapprovazione della maggioranza – ha spiegato Gadzekpo – quindi dire che poiché la maggioranza dei ghanesi è presumibilmente a favore del disegno di legge, ne giustifica l’approvazione, è insostenibile. Il Ghana è un Paese laico e multi-religioso”, ha aggiunto.
Takyiwaa Manuh, membro senior del CDD-Ghana, ha riferito che il presidente potrebbe non firmare prima di una verifica costituzionale sugli eventuali impatti finanziari della legge. L’approvazione presidenziale deve arrivare entro Dicembre 2024, quando il parlamento sarà rieletto per le normali elezioni. Se Akufo-Addo attendesse fino a Dicembre, con il nuovo parlamento, il disegno di legge sarebbe tutto da rifare.”Questa norma rappresenta un pericolo reale per il nostro Paese e ci aspettiamo che il presidente sostenga i valori del nostro Paese e della Costituzione” ha aggiunto Manuh.
Il Ghana riceve finanziamenti e assistenza tecnica da varie organizzazioni internazionali, tra cui la Banca Mondiale (WB), la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BEI), il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e altre istituzioni finanziarie internazionali.
In Uganda la pressione degli organi internazionali sul paese, inclusi gli stop ai finanziamenti, non hanno impedito l’approvazione della feroce legge anti-LGBTI del paese. In Ghana, come in molti paesi africani – fa notare AlJazeera – l’omosessualità, sebbene vietata, finora non era mai stata punita, se non in epoca coloniale, sotto le leggi anti-LGBTI dei coloni europei.
fonti: The Guardian, Bbc, AlJazeera, Graphic.com (Ghana), CBS
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Una petizione è stata avvita già da tempo da All Out (che qui ha raccolto alcune testimonianze) per fermare l’approvazione del disegno di legge anti-LGBTIAQ+ in Ghana. “L’approvazione della legge anti-LGBT+ in Ghana è davvero un giorno buio – spiega Linda Njiru, Responsabile delle campagne per l’Africa di All Out – si tratta di una grande battuta d’arresto per il perseguimento dell’uguaglianza e dei diritti umani nel continente. Con l’escalation di violenze e attacchi contro le persone LGBT+ in seguito all’approvazione di una legge simile in Uganda, la comunità LGBT+ del Ghana è sempre più in pericolo. Siamo solidali con gli attivisti e i membri della comunità ghanese che stanno vivendo il loro peggior incubo. La lotta per l’uguaglianza continua, non solo in Ghana ma in tutta l’Africa. Come comunità globale, dobbiamo opporci collettivamente a questa legislazione e continuare a impegnarci a sostenere i ghanesi LGBT+. Così facendo, potremmo salvare delle vite”.
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