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Il terrorista parigino faceva l’escort a Bruxelles e fumava hashish

Ritratto di Salah Abdeslam lo strano jihadista degli attentati ora cercato da mezzo mondo

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3 min. di lettura

Spesso lo vedevano nei club gay di Bruxelles il ragazzo ben rasato di 26 anni cui piaceva fumare e chiacchierare con altri uomini. Passava ore nei bar del centro della capitale belga, anche di recente, fino ad un mese fa, e nessuno di coloro che lo vedevano distrarsi e divertirsi avrebbe potuto immaginare per un momento che stava per diventare l’uomo più ricercato in tutta Europa.

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Il bel giovane con la passione per l’hashish è stato poi identificato come Salah Abdeslam, sospettato di essere parte del gruppo terrorista che ha ucciso 130 persone a Parigi lo scorso fine settimana. Gli aggressori sono stati identificanti negli ambienti jihadisti come dei martiri, ma per i clienti abituali di quei bar, nel quartiere di Saint-Jacques nel centro di Bruxelles, Abdeslam era solo uno dei tanti clienti abituali.

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Era ovvio che si prostituisse, era infatti sempre in giro con quel tipo di clientela che nei nostri club cerca escort”, ha dichiarato al Sunday Times Julien, il barista di un club che Abdeslam aveva visitato il mese scorso. I proprietari del club, che ha parlato ai giornalisti a condizione di non essere menzionato, ha riconosciuto le foto di Abdeslam subito dopo gli attacchi di Parigi ed ha immediatamente allertato la polizia, che ora sta studiando i filmati delle videocamere della zona. Giorni fa la polizia belga aveva ipotizzato, come avevamo riferito , che frequentasse locali gay per procurarsi passaporti falsi, ma l’ipotesi non regge ormai. Di certo non ci sono solo le dichiarazioni del barista a cambiare lo scenario, ma anche quello di altri clienti: “Noi davamo per certo che fosse un escort – ha dichiarato un cliento -, sempre in giro e sempre in compagnia di clienti adulti”. Clienti con cui passava il tempo fra i locali per soli uomini della zona di Saint Jacques, nel cuore della capitale belga, fumando spinelli e chiacchierando in un’atmosfera soffusa. Un bel ragazzo chepareva disposto a flirtare, se non altro. Con lui c’era di solito il fratello Brahim.

Lo Stato islamico, che ha rivendicato la responsabilità per gli attacchi di Parigi, considera l’omosessualità come un male e punisce sistematicamente chi è sospettato di essere gay gettando le persone giù da edifici alti o con lapidazione a morte, come Gay.it ha più volte documentato . Gli adulteri sono decapitati, i bevitori ed i fumatori sono stati mutilati o frustati. Evidentemente, non sapevano che un loro “martire” facesse l’escort e fumasse hashish.

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L’entusiasmo di Abdeslam per la vita notturna Bruxelles fa di lui un improbabile recluta islamica, ma la polizia francese è ormai certa che lui abbia giocato un ruolo chiave nel noleggio di due delle auto usate dagli aggressori. Abdeslam ha inoltre partecipato alle aggressioni sui ristoranti vicino al teatro Bataclan, dove la maggior parte delle vittime sono morte.

Il fratello di Abdeslam, Brahim, 31 anni, appare un jihadista altrettanto improbabile. Gestiva infatti un bar nel quartiere di Bruxelles del Molenbeek che è stato chiuso dalla polizia una settimana prima degli attacchi perchè lì venivano venduti farmaci illegali

“Brahim e Salah hanno trascorso la maggior parte dei loro giorni fumando hashish e giocando nelle PlayStation dei bar”, dice Karim, 25 anni, uno dei migliori amici dei fratelli. “Non c’era nulla che suggerisse che fossero radicalizzati e jihadisti .”

Brahim raggiunge il fratello per assalire il ristorante. Alla fine Brahim si è fatto esplodere sulla strada, ma Salah è scomparso ed è ora oggetto della più grande caccia nella storia della polizia francese, con 2000 agenti assegnati al caso.

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