Bisessuale. Vocabolo insulso o atteggiamento sessuale consapevole? Ditino dietro cui nascondersi o consapevole scelta di vita? Così scriveva Cyril Collard nel suo primo ed ultimo romanzo "Notti selvagge": "Amavo Sami ed amavo Laura. Sono io nato così diviso, o mi hanno dovuto tagliare a pezzi poco a poco, perché, unito, tutt’uno, sarei stato troppo pericoloso?".
Certo è che, se anche un ministro della repubblica rende nota la propria inclinazione sessuale bipartisan, bisognerà pur porsi qualche dubbio o qualche domanda. Meglio ancora, bisognerà chiedere a chi più ne sa. Gay.it ha deciso di porre alcune domande chiave a Paolo Rigliano, psichiatra, autore di un bello studio sull’omosessualità "Amori senza scandalo. Cosa vuol dire essere lesbica e gay.", Maria Rita Parsi, psicologa e psicoterapeuta, nota anche per le sue numerose apparizioni televisive e Iole Baldaro Verde, psichiatra, presidente del centro interdisciplinare di ricerca sessuologica di Genova
Esiste la bisessualità?
Rigliano: "Probabilmente sì, se intendiamo la coesistenza di rappresentazioni di legami tra sé e figure sia dello stesso sesso che del sesso opposto, rappresentazioni di valore rilevante, consistente. Ma mai di uguale valore, il fifty-fifty è assai difficilmente immaginabile".
Parsi: "Molte persone vivono la bisessualità. Ma siamo in presenza di un processo regressivo infantile. Da adolescenti può capitare di trasferire l’amica o l’amico del cuore dentro una relazione sentimentale. Da adulti, però, bisogna compiere una scelta. Un bisessuale non è una persona adulta, altrimenti avrebbe già scelto da che "parte" stare".
Baldaro Verde: "Guardate che dal punto di vista ormonale siamo tutti bisessuali. C’è la possibilità che un certo numero di individui, non alto, sia attratto da entrambi i sessi".
Quanto influiscono sulla dichiarazione e sul comportamento bisessuale la moda, o i media?
Rigliano: "A me pare di poter rispondere che influiscono tantissimo: ma influisce inoltre la confusione, la scarsa capacità di esplorare, percepire e di definire se stessi, l’incertezza su che cosa voglia dire essere lesbica e gay, la confusione tra piano sessuale e piano emotivo".
Parsi: "Certo che influiscono, specie sui ragazzi giovani, poiché si prospetta loro nuovi spazi di libertà, di autonomia. Ma non siamo in presenza di un elemento di libertà, apertura mentale, bensì di un "ermafroditismo psichico", di una condizione non risolta".
Baldaro Verde: "Essere bisex fa fino, ci si considera uno "avanti". Perché si possono fare due cose, mentre gli altri ne fanno una sola. Meglio non generalizzare, però, poiché per ogni individuo si può avere un risultato diverso e, magari, anche un significato diverso di bisessualità".
E quanto contano l’ipocrisia, il timore di dichiararsi omosessuali?
Rigliano: "Si può mentire a se stessi. A patto di intendere il "mentire" nella sua accezione più autenticamente psicologica, di consapevolezza di sé falsata, confusa, alienata, scarsamente percepita e ancor di più elaborata".
Parsi: "Molti non hanno il coraggio di dichiarasi gay, o di ammetterlo a se stessi. Ma, vuol dire negare la realtà. Il progetto genoma ci ha molto chiarito le idee: si è uomini, donne o gay."
Baldaro Verde: "Può essere, ma anche qui non generalizzerei. Di solito, in un comportamento bisessuale si è più attratti dalla componente omo. Il genoma è certo una predisponente, ma ci deve essere una determinante psicologica".
Può essere una condizione stabile o riguarda un periodo dell’esistenza di un individuo eterosessuale o omosessuale?
Rigliano: "Può essere una fase transitoria nell’ambito di un percorso di individuazione e di scoperta di sè. Ma la risposta la avremo quando le persone, sin dall’infanzia, potranno essere realmente libere di esplorare. Oggi, molto spesso la bisessualità segna la fase di passaggio alla valorizzazione dei desideri più profondi da parte di omosessuali, donne e uomini, che avevano semplicemente ignorato, sterilizzato, rimosso o represso la consapevolezza del proprio desiderio".
Parsi: "La bisessualità non è espressione di equilibrio, ma la ricerca di una sessualità. E’ una non compiutezza, una riserva di non scegliere. E’ auspicabile, quindi, che sia relegata solo ad un periodo, iniziale, della vita sessuale".
Baldaro Verde: "Siamo di fronte ad un’identità sessuale confusa, di una persona che non ha stabilito cosa farà e vorrà. Non è detto che si giunga ad un compimento, si può non scegliere anche per tutta la vita".
di Paola Faggioli
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