Promette di essere la più importante ricerca sul mondo lgbt, quella che a maggio inizierà a condurre l’Istat. Di sicuro sarà la prima del genere fatta dalla statistica ufficiale in tutto il Vecchio Continente.
Dai risultati del campione, costituito da 8mila persone estratte a sorte in tutta Italia, verrà fuori il vero rapporto tra la popolazione eterosessuale e quella lgbt. Un quadro che servirà prima di tutto alla classe politica (in accordo bipartisan per una volta: fu il ministro Pollastrini prima e il ministro Carfagna dopo, a sostenere e finanziare questa ricerca); ma anche alle associazioni gay che pure hanno collaborato con l’ISTAT per costruire il questionario. Ma cosa rileverà nel dettaglio l’indagine? Lo abbiamo chiesto alla direttrice centrale dell’Istat, Linda Laura Sabbadini (in foto).
«Per la prima volta chiederemo agli italiani cosa pensano di temi fondamentali per la vita di gay e lesbiche: come percepiscono il mondo lgbt, quanto radicati sono i pregiudizi, che tipo di stereotipi circolano sul mondo gay, con quali termini ci si riferisce alle persone lgbt, se pensano che la popolazione lgbt subisca discriminazioni e su quali terreni, se percepiscono un miglioramento o un peggioramento, insomma un quadro importante dal punto di vista dell’omofobia. Faremo esempi concreti, descriveremo situazioni: se due persone camminano mano nella mano e si danno un rapido bacio, come viene vissuta la situazione dai cittadini nel caso siano due eterosessuali, due uomini o due donne? Che reazione susciterebbe scoprire che il proprio medico è omosessuale? E l’insegnante di scuola elementare? Un’altra batteria di domande si concentrerà su unioni civili, matrimonio gay e adozioni. Che ne pensano le persone di una frase di questo tipo: ‘si può amare una persona dell’altro sesso o una dello stesso sesso, l’importante è amare’?».
Non solo. L’indagine sarà rivolta solo per la prima parte alla generalità degli intervistati. La seconda parte, invece, sarà indirizzata soltanto alle persone lgbt. Ed è questo a preoccupare di più i ricercatori dell’istituto. «Verrà consegnato agli intervistati un questionario in busta chiusa – spiega Sabbadini -, dove potersi dichiarare liberamente gay, lesbiche, bisessuali, transessuali o eterosessuali, senza che l’intervistatore possa conoscere il contenuto delle risposte».
Oltre a questo all’ISTAT hanno studiato altre misure specifiche per tutelare la privacy. «L’intervistatore – continua Sabbadini – dovrà consegnare, così com’è, la busta, senza mai aprirla, altrimenti rischia la rescissione del contratto». Anche il reclutamento stesso del personale che effettuerà le interviste sarà particolarmente curato: «sceglieremo soltanto chi ha già esperienze nelle interviste ISTAT e possibilmente che abbia già partecipato a ricerche delicate.»
Del resto non è la prima volta che l’istituto si occupa di temi delicati. «Nel 2006 abbiamo condotto una ricerca sulla violenza in famiglia. Anche allora eravamo preoccupati, perché non è semplice parlare delle violenze subite dal proprio partner o dal proprio marito. Convincere le donne a parlare e raccontare episodi di maltrattamento, stupri e violenza è stata la parte più difficile, ma ce l’abbiamo fatta, ed è stato molto importante per la presa di coscienza collettiva dell’estensione del fenomeno». «Dobbiamo riuscirci anche in questo caso! Se non ci risponderete – è l’appello di Sabbadini – e non vi dichiarate gay, lesbiche, bisessuali, trans perderemo una grande opportunità non potremo chiedervi i problemi che avete incontrato in famiglia, sul lavoro, a scuola, con i vicini ecc, e così non potremo poi spiegare al Paese quale è la situazione che vivete, così come voi ce la raccontate. Fidatevi di noi,- insiste – ci teniamo ai risultati di questa rilevazione, abbiamo fatto numerosi test per renderla più adeguata, ci stiamo sforzando molto perché riesca al meglio, noi garantiremo il rispetto della vostra privacy. Non perdiamo questa opportunità!». Se ciò avverrà il nostro paese farà da apripista a tutti gli altri, per una volta. Per la prima volta.
di Daniele Nardini