Pensate a Israele come ad un paese triste, stretto nella morsa di una guerriglia interminabile? Sappiate che in questo scenario, c’è un’oasi: la giovanissima e laica città di Tel Aviv (le cui prime abitazioni risalgono alla fine dell’800), che, nel complesso scenario israeliano, si presenta invece come una boccata d’aria fresca.
Con 650mila abitanti la disordinata e caotica Tel Aviv è la città più moderna del paese in cui continuano a crescere grattacieli di cristallo per ospitare centinaia di start up dell’High Tech israeliano che già conta oltre 90 aziende quotate al Nasdaq di New York.
Tel Aviv è una vivace città internazionale in cui poter “vivere” vernissage, disco pub, atelier di moda con angolo bar e parrucchieri con angolo disco.
In questo clima giovane e un po’ modaiolo la vita gay si presenta ricca, nuova e divertente.
Come in tutti i posti di mare la giornata può iniziare in spiaggia. La spiaggia di Tel Aviv si estende da nord, nella zona del vecchio porto, fino a sud, nella cittadella di Jaffa. L’area più frequentata dai gay è il tratto tra l’Hotel Carlton ed il vecchio porto, all’altezza dell’Hilton.
Alle spalle della spiaggia su una collinetta c’è il grande Indipendence Park, dove a tutte le ore del giorno e della notte tra dune, prati verdi e palme si possono incontrare decine di uomini di straordinario fascino.
Dopo una calda giornata di sole per ristorarsi c’è l’assolutamente friendly e divertente Cafè Nordau, all’incrocio tra Ben Yehuda e Arlozerov Street, che a cifre assolutamente ragionevoli propone un ricco menu di piatti internazionali, medio orientali ed un ampio assortimento di insalate. Qui si possono trovare tutte le informazioni per le notti gay della città: il magnetico Martin è infatti felice di poter dare consigli sul modo migliore di spendere la prima notte israeliana.
Per arrivare al cuore dell’area gay di Tel Aviv occorre risalire Ben Yehuda Street animata fino a tarda notte da negozi affollati e decine di locali gay friendly.
La gay Street di Tel Aviv è Allenby Street, una traversa di Ben Yehuda, dove si trovano diversi pub gay tra cui il caffè 39, mentre poco oltre, all’altezza del 56, c’è Scene, la disco della domenica sera.
Chi, affaticato da un’intensa giornata, ha invece bisogno di una sauna rigenerante al 75 della stessa via può trovare la Paradaise Sauna; anche se la più grande sauna del bacino medio orientale è la City Sauna che si trova 113 di Hahashmonaim Street.
Ma la grande gay night a Tel Aviv è il venerdì al TLV.
A nord della città, nell’area del vecchio porto, negli hangar che un tempo ospitavano fabbriche e depositi oggi si trovano grandi discoteche. L’ultimo capannone verso nord è il TLV.
Per entrare nel locale non esiste una coda ma un vivace accalcarsi di giovani ragazzi che per entrare devono aspettare il benestare di un PR scorbutico che con il suo indice decide chi entra e chi no.
Gli stranieri, però, sembrano avere il lascia passare: per cui è meglio dire che si è italiani e senza nessuno reclamo si passa alla fase sicurezza.
Non bisogna infatti dimenticare che Israele sta vivendo un momento politicamente difficile e che per entrare in qualsiasi luogo pubblico è necessario essere perquisiti. Per gli amanti delle divise bisogna ammettere che non è poi un momento di grande disagio.
Nota dolente della serata è che l’ingresso costa 80 shekel, circa quarantamila lire, drink escluso. Quando sarete entrati ed avrete dato una furtiva occhiata ai frequentatori del locale, le vostre tasche risparmiatrici si convinceranno che state per spendere i migliori shekel del vostro viaggio.
L’immagine ideale del ragazzo moro, con carnagione scura, fisico da brivido, occhi grandi e vivaci, lunghe ciglia e labbra carnose? Beh questo è lo standard medio basso… immaginate l’high level.
La discoteca si disloca in tre sale: una grande, quella più chic, in perfetto stile egizio con tanto di palme, piramidi e barman vestiti da schiavi, nonché raggi laser modello Stargate e dj appena atterrati da USA e UK; c’è poi una sala più piccola, meno accalcata, con disco medio oriente style.
Dulcis in fundo la terza sala il venerdì è una gigantesca dark room che si popola allegramente verso le quattro del mattino. In pista anche meravigliosi travestiti e splendide trans che dall’alto dei loro tacchi possono stregare il più convinto dei gay.
In questo complicato clima di religione, politica, storia, sole, mare, new economy, locali e giovani militari non si può che perdere la testa e rimanere indissolubilmente legati a questo incredibile paese come polvere di ferro ad una calamita.
di Christian Panicucci
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