Niente da fare quest’anno per la Pride Week in Libano: l’eccezionale evento LGBTI nel Paese mediorientale è stato sospeso.
Dopo una prima edizione sorprendente che aveva suscitato le speranze della comunità LGBTI nel mondo, il Beirut Pride è stato fermato dalla repressione delle forze di polizia del Libano.
Nonostante nel Paese l’omosessualità sia ancora vietata dalla legge, l’anno scorso un gruppo di attivisti era riuscito ad organizzare, tra minacce degli estremisti e vessazioni della polizia, una settimana di eventi a tema LGBTI nella capitale libanese.
Prima che fosse bloccato dalla polizia il Pride, iniziato sabato scorso con il concerto degli “Alsarah and the Nubatones”, avrebbe dovuto proseguire per altri sei giorni con eventi culturali, letture e incontri rainbow. Non prevista invece, come già per l’edizione passata, una parata per le strade.
Stavolta le forze di sicurezza libanesi hanno preso in custodia Hadi Damien, l’organizzatore del festival arcobaleno, con l’accusa di oltraggio del pudore e favoreggiamento dell’immoralità. L’uomo è stato lasciato agli arresti per una notte. Come ha dichiarato poi all’Associated Press, per ottenere il rilascio è stato obbligato a “firmare una petizione che assicurasse l’interruzione delle attività”.
Anche l’anno scorso uno degli eventi del Beirut Pride è stato cancellato dall’intervento delle autorità libanesi. Il Paese tuttavia resta uno dei più tolleranti in Medio Oriente e uno dei partiti cristiani, tra i vincitori delle elezioni appena concluse, ha proposto una legge per la depenalizzazione dell’omosessualità.
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