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Il coming out della figlia di Lorella Cuccarini non è “la giusta punizione per un genitore omofobo”

Dopo il coming out di Chiara Capitta, molti utenti hanno ironizzato sul “karma” di mamma Lorella. Ma è davvero così?

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La scorsa settimana Chiara Capitta, figlia di Lorella Cuccarini, ha fatto coming out come bisessuale rispondendo alle domande dei follower sulle sue storie Instagram. La notizia è immediatamente tracimata ovunque, sul web e l’indomani sui quotidiani di carta, inondando testate giornalistiche e i feed di Twitter: #lorellacuccarini è stato per ore in tendenza.

Al netto del gesto di autodeterminazione di Chiara (applausi), la risonanza mediatica attorno al suo coming out si è concentrata sul fatto, da molti definita ironico, che la giovane 22enne si sia dichiarata bisessuale, pur avendo una madre che si è resa più volte protagonista, in passato, di dichiarazioni non propriamente vicine alla causa delle battaglie della comunità LGBTQIA+.

Nel tempo le posizioni politiche di Lorella Cuccarini, amatissimo personaggio del mondo dello spettacolo italiano, per decenni “La più amata dagli Italiani”, sono diventate piuttosto chiare, culminando recentemente con l’appoggio a Giorgia Meloni (ok, questo non significa essere omofobici, ma insomma: ci siamo capitə).

Quando il coming out di Chiara Capitta ha iniziato a circolare, accanto alle congratulazioni di alcuni, molti utenti si sono scagliati proprio contro mamma Lorella, sottolineando il tilt causato da un gesto di liberazione compiuto sotto lo scacco di una pubblica opinione materna, contraria e poco incline all’accettazione. Qualcuno ha parlato di legge del contrappasso, altri di “karma”. E via insinuando.

I commenti sono presto degenerati in un clima più teso, in cui alcuni utenti sono arrivati ad affermare che avere una figlia bisessuale sia la giusta “punizione” per l’omofoba Cuccarini. “Ben gli sta” è stata la frase più comune.

Ma come può essere considerato, avere unə figliə queer, una punizione per i genitori omofobici? Essere queer non è una cosa negativa e fare coming out è semplicemente un atto di sincerità e autodeterminazione.

I figli non sono queer per ripicca, né tantomeno lo diventano. Il coming out dei propri figli non è una punizione divina per persone ostili alla comunità LGBTQIA+.

I commenti, se proprio, avrebbero dovuto puntare alla difficoltà di una giovane donna come Chiara a conciliare la volontà di fare coming out come persona bisessuale, con le opinioni poco tenere (omofobiche?) di sua madre Lorella.

Fortunatamente, alcuni utenti hanno sottolineato l’insensatezza e la piega poco edificante presa dalla conversazione digitale, spiegando che sarebbe auspicabile l’esatto contrario: è un genitore omofobico ad essere una tragedia nella vita di una persona queer.

Sterili polemiche che, come spesso accade, sviano dal vero tema in questione. Siamo tuttə felici che Chiara si sia sentita abbastanza sicura da esprimersi e le auguriamo il meglio. Al coming out della figlia e alle polemiche che sono seguite, Lorella Cuccarini intanto non ha ancora risposto pubblicamente. Siamo sicuri che, grazie al coming out di Chiara, anche mamma Lorella oggi si sente una persona un po’ migliore di prima! In fondo, ogni coming out rende questo mondo un po’ migliore: ne siamo convintə!

Forza Chiara! E Forza Lorella!

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One thought on “Il coming out della figlia di Lorella Cuccarini non è “la giusta punizione per un genitore omofobo”

  1. Trovo che sia assolutamente sensato dire che il coming out di un figlio sia una giusta punizione per un genitore omofobo. Poi bisogna vedere se il genitore cambia o no… Se cambia il coming out ha un valore doppio.

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