Alla NQAPIA News Conference, Joanne Lee ha voluto sensibilizzare la gente sul tema del suicidio di teenager transgender condividendo la sua, forte e dolorosa, storia.
Le sue figlie Avi e Skylar, biologicamente donne, nel 2014 fanno entrambe coming out come transgender, l’una a distanza di pochi mesi dall’altra e per Joanne Lee è uno shock. Da subito non le accetta e fra di loro si crea un muro d’incomprensione e rigetto.
Il tutto arriva ad un tragico epilogo il 28 settembre 2015 quando Skylar, a causa di una forte depressione, si toglie la vita a soli 16 anni.
Per la madre è il giorno più brutto di tutta la sua vita, ovviamente, ma è anche un giorno di “rinascita”, nel quale capisce di non esser stata la madre che avrebbe dovuto. Joanne, spezzata dal dolore, ammette di non aver accettato subito i figli ed è proprio a causa di questo, ma anche per un sentimento di rifiuto, bullismo e depressione, suo figlio si è ucciso.
“Adesso l’ho capito, ma non ho fatto in tempo, sono stata troppo lenta“, ammette, e continua:
Per dare un senso alla vita di Skylar ho promesso che avrei aiutato la gente a capire che chi è transgender non compie una scelta, nasce così. Ed è per questo che bisogna far sì che anche loro abbiano stesse opportunità, dignità, rispetto e libertà e posti sani dove crescere. Dobbiamo trovare un punto d’unione, che travalichi religione pelle razza, qualsiasi cosa.
Un intervento di un’umanità indescrivibile ma anche di una triste presa di coscienza: si apprezza e si capisce l’essenza di una persona quando essa, purtroppo, non c’è più. Joanne cerca di sensibilizzare i genitori ad accettare i figli per ciò che sono e, anzi, quando essi si aprono a loro, amarli ancora di più proprio per questo!
Ed è importantissimo ricordare che gay, bisessuali, transgender e via dicendo non si sceglie, SI É.
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