Un responsabile delle risorse umane in una filiale polacca di IKEA potrebbe finire in prigione dopo essere stato accusato di discriminazione religiosa. L’uomo aveva infatti licenziato un dipendente, noto solo come Tomasz K., che aveva pubblicato versetti biblici omofobici sull’intranet del personale, inneggiando alla morte delle persone omosessuali e rifiutandosi di rimuoverli.
Questi i due versi della vergogna: “Guai al mondo per gli scandali. Sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare”, e “Se un uomo giace con un maschio come fa con una donna, hanno commesso tutti e due un abominio: saranno messi a morte entrambi. Il loro sangue ricadrà su di loro” (- Levitico 20:13.).
Un procuratore ha affermato che i diritti religiosi del dipendente licenziato potrebbero essere stati violati e che il responsabile delle risorse umane che lo ha licenziato potrebbe essere condannato a una multa o fino a due anni di reclusione, nel caso in cui venisse condannato. Un portavoce del Gruppo Ingka, che possiede la maggior parte dei negozi IKEA, ha pubblicamente preso le difese del manager, dicendo: “Come datore di lavoro, forniremo tutto l’aiuto e il supporto al nostro dipendente incaricato“.
Quando il dipendente omofobo era stato licenziato, l’anno scorso, il ministro della Giustizia polacco, Zbigniew Ziobro, aveva dichiarato che qualcuno usa una “violenza legale ed economica contro coloro che non condividono i valori degli attivisti omosessuali”. Anche i vescovi cattolici polacchi hanno attaccato, sottolineando come “dal punto di vista della legge e soprattutto di correttezza e buon senso, è inaccettabile attaccare il dipendente Ikea che ha rifiutato l’indottrinamento LGBT sul posto di lavoro”.
Indottrinamento, lo chiamano loro, se non fosse che il soggetto in questione abbia inneggiato alla pena di morte per le persone omosessuali. Marcin Saduś, avvocato dell’accusa, ha affermato che il licenziamento del suo assistito sarebbe stato “il risultato di una valutazione arbitraria e pregiudiziale da parte del manager nei confronti del dipendente che, nell’esprimere le sue opinioni, si è riferito ai valori cristiani“. A detta dell’avvocato, l’uomo si era semplicemente ribellato a commemorare la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, come richiesto dal manager.
Negli ultimi mesi un terzo della Polonia si è dichiarato “zona libera da ideologia LGBT”. Un giornale conservatore ha anche stampato adesivi “senza zone LGBT” che i lettori possono orgogliosamente mostrare sulle porte di casa.
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