Alla vigilia della probabile (incrociamo le dita) approvazione della legge sulle Unioni Civili, su un dibattito dai toni tutto sommato abbastanza sommessi irrompono le incendiarie dichiarazioni omofobe di Alfio Marchini.
Divorziato con 5 figli, erede di una dinastia di facoltosi “palazzinari” parte integrante del tessuto di potere e politico Romano (“Calce e Martello“, detti così per la vicinanza al fu partito Comunista), nonchè candidato sindaco di Roma della componente di destra teoricamente moderata vicina a Forza Italia, vorrebbe presentarsi come candidato “nuovo” e indipendente, ma a giudicare da queste sue prime dichiarazione strizza l’occhio al più vecchio e decrepito conservatorismo .
Durante il forum all’Ansa Alfio Marchini, illustrando il suo programma politico, sulle unioni civili, ha affermato: “Non ho nulla contro il riconoscimento dei diritti civili, ma non è compito del sindaco fare queste cose per cui non celebrerò unioni gay se dovessi vincere le elezioni”.
Proprio mentre alla Camera prosegue il dibattito sul ddl Cirinnà (qui per seguire la diretta streaming e qui per un riassunto della giornata di ieri), di cui si suppone che anche Alfione sia informato, lo sfidante di Raggi, Giachetti e Meloni non solo imbocca con decisione la strada dell’intolleranza, ma preannuncia anche di non voler adempiere a prerogative che nella legge in approvazione non sarebbero certo opzionali o facoltative: il Sindaco non potrà quindi sottrarsi alla celebrazione delle Unioni Civili, tutt’al più potrà delegare (come avviene per il matrimonio civile) un altro funzionario del Comune.
In una città in cui la piaga dell’illegalità è il cancro che ogni giorno rischia di segnare per sempre un patrimonio unico come quello della Città Eterna, dunque Marchini si mostra da subito, qualora ci fossero dubbi, totalmente inadatto a governare ed a rappresentare Roma e i Romani.
Roma non vuole e non avrà un sindaco omofobo. Per guardare al futuro i Romani non possono volere una figura come questa ancorata al passato e ad una concezione autocratica e conservatrice del potere a discapito del bene della comunità e del progresso. Per questo facciamoci sentire: pubblicate sui social foto di voi, di un bacio o di qualsiasi altro gesto che manifesti che l’amore tra due persone dello stesso sesso ha il diritto di essere riconosciuto, e inserite l’hashtag #MarchiniStaiSereno. Dimostriamogli che non è questo che vogliamo e che non sarà mai sindaco di Roma!
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.
Per me è solo la conferma di ciò che diceva Pasolini e cioè che il partito comunista e la sinistra per anni si sono spacciati per gayfriendly ma sono sempre stati intrisi di cultura omofoba. Piuttosto chissà che cosa ne pensa la sorella Simona Marchini, se è d'accordo sull'omofobia del fratello.