In diretta social su Radio Immagina con ‘Piazza Grande’, Monica Cirinnà, senatrice e responsabile Diritti del Pd, Angelo Schillaci, Professore di Diritto Pubblico Comparato alla Sapienza, e Alessandro Zan, deputato del Pd e relatore del disegno di legge contro l’omotransfobia, hanno fatto il punto politico sul DDL Zan, in attesa di approvazione al Senato.
La senatrice Pd, madre delle unioni civili, ha chiesto con fermezza al proprio partito, al Partito Democratico, di fare la voce grossa, affinché il DDL possa rapidamente arrivare a Palazzo Madama.
La legge è arrivata in Senato, è stata assegnata alla Commissione Giustizia, i lavori non sono ancor ripresi ma dalla prossima settimana ripartiranno con i nuovi sottosegretari. Il Pd non presiede quel ministero e non ha sottosegretari in quel ministero. Sarà nominato il nuovo relatore o una nuova relatrice. Fa paura pensare di avere un relatore contro la legge, potrà esserci richiesta che sia proprio io la relatrice. Il Pd deve imporsi anche all’interno della maggioranza in Senato, per lo meno con la vecchia maggioranza giallorossa, e dire che la 2a lettura si può fare presto e bene. Voglio che la legge venga incardinata, che si nomini un relatore in grado di fare il muro, che sappia dire “qui non si tocca niente”, bocciando tutti gli emendamenti. Poi si va in aula e si vota in mare aperto, con coraggio, e si dimostra agli italiani chi vota contro i diritti e chi vota a favore. Con coraggio, se no il Pd si perde senza questo coraggio.
Parole dure, ferme, per Cirinnà, che è poi voluta tornare sulla polemica degli ultimi giorni, con Giorgia Meloni insultata da un professore e la destra nazionale a indossare gli abiti del vittimismo duro e puro, perché travolti dall’odio.
Sono giorni che leggo questa polemica sugli insulti sessisti alla Meloni. Non c’è il femminismo di destra o di sinistra e non c’è solidarietà alternata. Ma il punto qual è. Prendere le distanze dagli odiatori seriali e purtroppo in Fratelli d’Italia ce ne sono tantissimi. Se Giorgia Meloni vuole dare un segnale di coerenza, che l’istigazione alla violenza va condannata sempre, facesse votare ai 18 senatori di Fratelli d’Italia la legge ZAN, che contempla anche i reati di misoginia. Se è tanto preoccupata della solidarietà alternata, spiazzi il campo della destra, sarebbe un’ottima mossa per dire tutti insieme contro gli haters. Il buonsenso può sempre trionfare, le tante parole al vento buttate da tanti politici, possono trasformarsi in atti.
Anche Alessandro Zan ha in tal senso sottolineato come Giorgia Meloni sia stata vittima “di un insulto di odio che scaturisce da una cultura patriarcale, sessista e omofoba che non guarda il partito politico ma colpisce tutti a prescindere dalla provenienza politica e sociale. È un problema complessivo, di tutta la società. Non è una legge di parte, è una legge di civiltà“.
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