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Barbera, presidente Corte Costituzionale, al Parlamento: “Serve una legge sui figli delle famiglie arcobaleno”

"Il silenzio del legislatore sta portando al disordinato e contraddittorio intervento dei Sindaci preposti ai registri dell’anagrafe”.

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Oggi 85enne, Augusto Barbera, Professore emerito di diritto costituzionale nell’Università di Bologna, ex Ministro per i rapporti con il Parlamento nel governo Ciampi e da fine 2023 giudice della Corte Costituzionale, ha bacchettato il parlamento, perché “a fronte di una persistente inerzia legislativa la Corte non può rinunciare al proprio ruolo di garanzia, che include anche il compito di accertare e dichiarare i diritti fondamentali reclamati da una ‘coscienza sociale’ in costante evoluzione

Per 5 legislature parlamentare, tra Pci prima e Pds poi, Barbera ha rimarcato i ritardi di una politica che sul piano dei diritti continua a rimandare, cavalcando il benaltrismo a favore di una discriminazione di Stato, nel corso  della Relazione annuale alla presenza del Capo dello Stato e delle più alte cariche.

Non si può non manifestare un certo rammarico per il fatto che nei casi più significativi il legislatore non sia intervenuto, rinunciando ad una prerogativa che ad esso compete, obbligando questa Corte a procedere con una propria e autonoma soluzione, inevitabile in forza dell’imperativo di osservare la Costituzione”, ha sottolineato Barbera (dal minuto 30, video in testa al post), che si è auspicato in tal senso un intervento del Governo che dia seguito alla sentenza Cappato 242 del 2019 sul fine vita, nonché un intervento che “tenga conto del monito relativo alla condizione anagrafica dei figli di coppie dello stesso sesso”, come già auspicato da ben due sentenze, la 32 e la 33 del 2021. “In entrambi i casi il silenzio del legislatore sta portando, nel primo caso, a numerose supplenze delle assemblee regionali; nel secondo caso, al disordinato e contraddittorio intervento dei Sindaci preposti ai registri dell’anagrafe”.

Non a caso da mesi assistiamo a sentenze discorsanti, da tribunale a tribunale, sui figli delle famiglie arcobaleno. Lo scorso maggio il tribunale di Milano ha riconosciuto il genitore intenzionale dopo la morte del papà biologico e obbligato la trascrizione del certificato. Sempre a Milano il Tribunale ha detto sì alle registrazioni di due mamme e no a quelle di due papà, così come il Tribunale di Roma ha detto sì alla trascrizione del certificato estero con due mamme. E se la Corte di Appello di Brescia ha decretato che i figli hanno il diritto a vedere riconosciuti entrambi i genitori, la Corte d’Appello di Milano ha dichiarato illegittime le trascrizioni dei figli delle coppie di donne e la Corte d’Appello di Torino ha sentenziato che le Mamme di due gemelli non possono essere riconosciute come madri legittime. Due settimane fa, infine, il Tribunale di Padova ha respinto il ricorso della Procura contro le famiglie arcobaleno, con il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che ha impugnato la sentenza.

Anche Silvana Sciarra, ex presidente della Corte Costituzionale, aveva ricordato comela Costituzione tutela anche la famiglia delle formazioni sociali“.

Passati 7 mesi è arrivato il monito ancor più netto di Barbera al governo Meloni, all’interno di un lungo intervento in cui il nuovo Presidente ha affrontato anche il tema de “l’ordinamento costituzionale e del Parlamento”, affermando, tra l’altro, che la Corte deve rispettare l’ampia sfera di discrezionalità del legislatore nell’attuazione delle politiche delle quali il Parlamento risponde direttamente agli elettori, e può intervenire soltanto ad assicurare il rispetto dei limiti sostanziali fissati dalla Costituzione a quanto può essere deciso dalle maggioranze parlamentari.

In particolare, ha aggiunto il professor Barbera, “questa Corte è chiamata ad essere ‘custode della Costituzione’, ma è tenuta ad essere altrettanto attenta a non costruire, con i soli strumenti dell’interpretazione, una fragile ‘Costituzione dei custodi’”. E ciò soprattutto in riferimento a materie in cui le norme costituzionali sono oggetto di una evoluzione interpretativa, come i diritti civili. E in proposito vanno ricordate alcune innovazioni che nella storia della Repubblica, sono state proprio il “frutto di importanti pronunce della Corte a cui hanno fatto seguito non meno rilevanti decisioni legislative”.

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