Morte del DDL Zan, 5 domande che poniamo a Italia Viva

Tra piazze arrabbiate e manipolazioni da social network, il partito di Matteo Renzi cerca di confondere le acque. Gay.it rimette in fila i fatti e pone 5 domande a Italia Viva.

5 domande a Italia Viva sul DDL Zan
DDL Zan 5 domande a Italia Viva
4 min. di lettura

Basterebbe un momento per fugare le odiose dicerie che sempre fioriscono attorno ai segreti. Se poi in ballo c’è il destino di un’intera comunità, persone che da cinquant’anni chiedono un lampo di onestà dopo aver tanto subito, sarebbe bene dedicarsi senza girarci troppo intorno. La storia del ddl Zan è diventata un giallo, una serie di enigmi, un film dentro il quale ci perdiamo: le manifestazioni che hanno seguito questi giorni sono state come una luce al neon, indicano il cadavere.

Ma il disegno di legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo non è morto così all’improvviso. Non è vero che è stato il voto segreto sulla tagliola ad affossarlo. Non ci credete. I colpi sono arrivati prima. Perché in politica niente comincia, tutto prosegue. Ma non serve insultare, fermi.  Non serve azionarsi con gogne social e censure preventive. Si, ci hanno provato. Ci provano sempre. Stracci lerci, veline confezionate su commissione: si dice, sembra che, una fonte anonima ci assicura. Spesso ripescano il video di un vecchio intervento o qualche vecchia dichiarazione, tagliano e danno il senso che vogliono. Lo hanno fatto di recente con Alessandro Zan. Il deputato del PD diceva che è giusto mediare. Allora ha cambiato idea, non è coerente, scrivono i cuochi di cianuro. In realtà Zan parlava di unioni civili in quel video. In realtà il disegno di legge che porta il suo nome è stato già frutto di mediazioni. Per tutta la settimana, mentre le piazze si riempivano, i social esplodevano di indignazione, lo star system diceva che schifo, vergogna all’indirizzo di chi ha affossato il ddl e di chi ha applaudito, il senso delle cose si è come ridotto. Non si è perso. Si è ridotto. Ci siamo dimenticati di chiedere: perché?

Siccome ogni paese ha gli scandali che gli assomigliano, il nostro ha questo: il Parlamento italiano ha bocciato ancora una volta una legge contro i reati d’odio. E ha applaudito. Non è uno scandalo pericoloso per nessuno tranne che per una minoranza. La sua bocciatura politicamente mira a suscitare zizzania, ridde di voci, attacchi incrociati. Le persone lgbt vengono usate, ancora una volta, come una mazza chiodata per colpire l’avversario. È una storia vecchia di mezzo secolo.  Non so quanto ancora marceranno giornali e i social (la tv no, quella non si è mai interessata), ma so che il clima non è dei migliori quando c’è chi picchia alla cieca e chi invece ci vede benissimo. E ci si perde subito quando c’è chi confonde le carte per insipienza e chi lo fa per puntare al consenso personale, alla ribalta.

Facciamo allora un passo di lato e poniamo alcune domande. Sono rivolte a chi per primo si è sfilato dalla maggioranza pro-Zan, come è stata ribattezzata dalle cronache. Si rivolgono a chi il 21 aprile 2021 si è alzato e ha detto “mediazioni” tra gli applausi scroscianti di Lega e Fdi. Ci saranno delle ragioni, ci sono sempre. Poniamo cinque domande sulle incoerenze e le omissioni di un omicidio che molti attribuiscono a Italia Viva. Vi sono momenti nella vita, personale come quella politica, in cui bisogna assumersi le proprie responsabilità, scusarsi senza dar le colpe ad altri che le colpe (soprattutto politiche) si scontano.

Dicevamo che è passata una settimana ma ne passeranno duecento prima che si sappia cosa è successo, e forse non basteranno. Non sapremo mai la verità, quella muore nel voto segreto. Però anche a non saperla, la verità, persino i bambini hanno capito che questa volta non si possono solo lanciare gli stracci all’avversario politico di turno e dire “è andata così”. Se è andata così ci sarà un motivo. Perché una cosa è certa: quella del ddl Zan è una storia politica scappata di mano, e bisogna avere la pazienza e l’attenzione di decifrarla. Quando qualcosa accade è perché è già successo.

DDL Zan Arco Della Pace Milano
Milano, Arco della Pace 28 Ottobre 2021

Eccole, dunque. Cinque domande a Italia Viva.

  1. Il disegno di legge Zan, (S. 2005) è il frutto di un accorpamento ad altri disegni di legge (a firma di Zan, Boldrini, Scalfarotto, Perantoni e Bartolozzi). La sua incubazione è nata dentro quella che si definisce “bicameralina”, una sottocommissione che ha invitato tutti rappresentanti dei partiti di Camera e Senato. Italia Viva è sempre stata invitata, spesso presente nella persona di Lucia Annibali.
    DOMANDA 1: Perché oggi Italia Viva dice che alla Camera non ci sono state mediazioni?.
  2. Un emendamento del deputato di Italia Viva, Gabriele Toccafondi, modificò l’articolo relativo alla giornata mondiale contro l’omotransfobia nelle scuole: prima era prevista per “ogni ordine e grado”, poi, a seguito della modifica chiesta da Italia Viva, fu trasformata nel testo semplicemente “nelle scuole”.
    DOMANDA 2: Perché dunque Italia Viva ha chiesto successivamente un’ulteriore modifica all’articolo 7 sulla giornata mondiale contro l’omotransfobia nelle scuole, se, già alla Camera, aveva ottenuto modifiche?
  3. L’articolo 1  relativo alle definizioni fu introdotto nel DDL Zan proprio su proposta di Italia Viva alla Camera. La deputata di Italia Viva Lucia Annibali è stata la prima firmataria dell’emendamento sulle definizioni (tra queste quelle dell’identità di genere).
    DOMANDA 3: Perché, giunti al Senato, proprio Italia Viva ha chiesto di sopprimere l’articolo 1?
  4. Dopo l’approvazione alla Camera, quando il DDL Zan è arrivato in Senato, Italia Viva ha chiesto di tornare a parlare di crimini fondati su “omofobia e transfobia”. Questa formula è tuttavia già stata bocciata in passato per assenza di precisione tecnica e proprio sulla formula proposta da Italia Viva sono già naufragate in passato tutte le proposte di legge in materia di omotransfobia.
    DOMANDA 4: Perché Italia Viva ha chiesto di tornare a precorrere una formulazione che ha bloccato la legge per 25 anni?
  5. Il 10 giugno 2021 Ivan Scalfarotto dichiarava (si veda video): “Noi dobbiamo andare in Aula con la legge così com’è (anche perché la legge è frutto di compromessi già fatti alla Camera e maggiori compressi sono difficili da immaginare) e dobbiamo difendere quella legge in Aula dai trabocchetti”.
    DOMANDA 5: Perché nel Giugno 2021 Italia Viva per bocca dell’onorevole Scalfarotto difendeva il testo del DDL Zan, dichiarando di volerlo difendere tale e quale anche dai trabocchetti, e poi nell’Ottobre 2021 la stessa Italia Viva ha chiesto modifiche e ha contribuito a quei trabocchetti parlamentari che hanno affossato la legge?

Domanda extra per Matteo Renzi, leader di Italia Viva:

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giorgiove 7.11.21 - 10:27

E niente …non c é peggior sordo di chi non vuole capire Aspettiamo con ansia le 5domande a Letta Ma non ci saranno perché questa è una campagna anti renzi, non giornalismo politico D altro canto, non è un caso se i 5 stelle hanno devastato L Italia negli ultimi 5 anni A proposito: nessuno ha mai risposto alla domanda come mai i 5 stelle ritirarono all ultimo momento prima del voto il loro appoggio alla legge renzi che ha dato le unioni civili in Italia costringendo il governo Renzi a mettere la fiducia perché passasse la legge e costringendolo a cassare la stepchild adoption per salvare la legge stessa. Mai avuto risposta ma evidentemente la memoria latita in questo articolo.. e poi pensate che gente così sia diventata oggi affidabile quando solo due anni fa stavano al governo con salvini?

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