È morto a soli 32 anni a causa di una non precisata infezione polmonare Ian Matos, nel 2016 in gara ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro dal trampolino 3 metri sincro con il compagno di nazionale Luiz Felipe Outerelo. Vincitore di tre bronzi ai Giochi sudamericani, Matos fece coming out nel 2014, precisando di aver trovato il coraggio di dichiararsi pubblicamente grazie a Tom Daley, uscito l’anno prima.
Matos ha trascorso gli ultimi due mesi in ospedale dopo un’infezione alla gola, poi peggiorata e non correlata al Covid-19. O almeno questo sostengono le autorità brasiliane. “Siamo profondamente addolorati di aver ricevuto la triste notizia della prematura scomparsa di Ian Matos, nuotatore olimpico di 32 anni. Il Team Brazil apprezza il suo intero contributo all’evoluzione di questo sport”, ha scritto su Twitter il Comitato Olimpico Brasiliano.
“Dal Pará di Muaná, Ian è emerso nella sua specialità in tenera età quando si è distinto nel Campionato Panamericano Junior del 2003 e nel Campionato del Mondo Junior del 2004. Per sviluppare il suo potenziale, si è trasferito a Brasilia. Nella capitale federale, l’atleta ha ottenuto il successo ai Giochi sudamericani del 2010. Ha continuato la sua traiettoria di successo con i Giochi Panamericani di Guadalajara 2011, Toronto 2015 e Lima 2019, oltre a far parte della squadra brasiliana nei Campionati mondiali di nuoto, Coppa del mondo, Campionati sudamericani e Giochi olimpici di Rio 2016. La Confederazione CBDA è vicina alla famiglia, agli amici dell’atleta e li ringrazia per la loro amicizia, compagnia e dedizione allo sport”.
Ai Giochi di Rio Matos si classificò all’ottavo posto. “So da sempre di essere gay ma ho iniziato a vivere la mia sessualità da quando mi sono traferito a Rio de Janeiro nel 2013“, rivelò nel 2014, stanco di nascondersi.