Una storia, si spera, a lieto fine, per una madre lesbica e il suo bambino.
Catia e Silvia hanno avuto un bambino 10 anni fa grazie alla fecondazione eterologa in Olanda, essendo in Italia vietata alle madri lesbiche. Silvia ha affrontato la fecondazione e il parto, con il supporto di Catia. Ma quest’ultima sta lottando da 9 anni contro il cancro, che negli ultimi mesi sembra essere tornato, costringendola a farle riprendere la chemioterapia.
Ma Catia non deve affrontare solo la malattia: la relazione con Silvia si e’ conclusa. Inoltre, Catia non e’ riconosciuta come madre biologica, quindi per la legge italiana e’ un’estranea, nei confronti del bambino. Il Comune di Pompei aveva rifiutato di riconoscere la madre lesbica, e la paura era quella che, nel caso le fosse successo qualcosa, il piccolo non sarebbe stato suo erede. A sistemare la soluzione e’ intervenuto invece il sindaco di Napoli, Antonio De Magistris, il quale ha riconosciuto entrambe le madri. “Sto di nuovo facendo la chemioterapia perché il tumore è tornato, ma sapere che mio figlio ha finalmente diritto a quello che è mio mi fa stare più tranquilla” ha affermato Catia, rilassata del fatto che anche suo figlio ora gode degli stessi diritti di una coppia etero.
La storia, dalla malattia alla separazione
La prima biopsia e l’operazione d’urgenza di Catia e’ avvenuta 10 anni fa, quando il bambino aveva solo 20 giorni. Silvia, con il bambino neonato e senza un certificato che attestasse la sua relazione sentimentale con Catia, non poteva nemmeno sapere come stava, se non per quello che riusciva a capire dalle conversazioni dei dottori.
Tre anni fa le due donne hanno deciso di separarsi. Troppi gli ostacoli e i problemi che hanno dovuto affrontare. Ma nonostante la separazione, entrambe si sono attivate subito, dopo la seconda biopsia e la conferma del ritorno del tumore, per far riconoscere come madre anche Catia. E il 26 ottobre, ce l’hanno fatta.
Il supporto dei colleghi per avere un figlio
La relazione tra Silvia e Catia e’ nata nel 2004, sul posto di lavoro. Dopo qualche anno la decisione di avere un figlio. Ma i costi per la fecondazione e i viaggi tra Italia e Olanda hanno lasciato la coppia senza soldi, e con alle spalle quattro tentativi di fecondazione falliti.
L’intervento dei colleghi e’ stato decisivo: con una colletta hanno raccolto la somma che occorreva, e il quinto tentativo e’ finalmente andato a buon fine.
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