Nasceva nel 2009, con l’avvento e la diffusione degli smartphone Grindr, la app pensata per uomini gay o bisex. Lo scopo mettere in contatto immediato persone vicine e farle incontrare velocemente per avere rapporti sessuali. Tutto possibile grazie al GPS o geolocalizzazione. A distanza di così pochi anni è già ben noto il grado di dipendenza che Grindr ha avuto su molti, come dicevamo appunto un mese fa e altrettanto interessanti sarebbero da approfondire le esperienze e le opinioni di chi ne è diventato un esperto. Un’analisi da fare prossimamente.
Nel 2012, visto il suo successo, il mercato non tarda a rilanciare e nasce Tinder (letteralmente “esca”) che offre la stessa possibilità a utenti eterossessuali. Nel 2014 Esca registra già un miliardo di “strisciate” (delle dita sugli screens) al giorno. Era ancora il 2012 quando, finalmente, iniziano ad apparire le prime applicazioni per sole donne: Wing Ma’am, Qrushr Girls, Pink Sofa… e Brenda, la più conosciuta in Italia fino alla sua prematura scomparsa, che sembrerebbe datata circa un anno fa. Conseguenti tristezza, senso di sconfitta e spaesamento di alcune lesbiche da questa già ampiamente dipendenti, come ricordava mesi fa il blog Memorie di una lesbica atipica.
Ma purtroppo, nonostante il loro numero, nessuna delle app per sole donne ha avuto il successo di Grindr o Tinder.
Le motivazioni possono essere varie ed eventuali:
– gli uomini o le coppie etero, come accadeva in molte chat al femminile, si infiltravano in cerca di avventure imbrogliando le romantiche utenti. Problema risolto con le registrazioni tramite Facebook, che prendono le sue info;
– le donne, in molti casi, hanno meno bisogno di incontri occasionali, ma di più tempo per conoscersi, piacersi e, in caso, avere rapporti sessuali soddisfacenti;
– è l’uomo che per convenzione ha il compito di conquistare e un’app basata sulla “caccia” non sembrerebbe calzare benissimo al target femminile, come sostiene il The Daily Dot.. Anche se le lesbiche sembrerebbero aver imparato bene!
Non ci è dato saperlo e non esistono ancora studi online sul tema, fatto sta che Brenda ha avuto vita breve e le donne si sono trovate presto senza un’app d’incontri fino a quando non è misteriosamente apparsa Wapa. Misteriosamente perché tuttora risulta alquanto arduo trovare informazioni relative alla sua nascita o storia, mentre è molto facile trovare il pagina Fb , per capire prontamente che Wapa è in realtà “figlia” di Wapo, stessa app stessa grafica, ma: di nuovo per uomini! Verrebbe da pensare a quel punto che Wapo, visto il nome, sia un’app come Grindr diffusa in America Latina e invece la pagina Fb in questione ha soltanto 247 Like, contro i 121.282 di Grindr!!
Eppure Wapa sta sostituendo Brenda in modo abbastanza veloce e relativamente capillare, ma nessun dato è rintracciabile appunto, poiché su di Lei neanche Wikipedia in inglese da alcuna informazione.
Lo stesso accade se cerchiamo informazioni o “cenni storici” su Brenda o PinkSofa, ancor che se guardiamo le rispettive pagine Fb, la prima con un bassissimo 296 Like e la seconda con poco più di 8 mila Mi piace.
Di sicuro l’eccessivo numero di app per sole donne in contemporanea in funzione, non ha facilitato il confluire delle persone nella stessa, requisito base per rendere un Social Network più appetibile degli altri concorrenti.
Un’altra novità alquanto sgradevole che Wapa ha portato con sé è il pagamento. Esatto, un costo di 3,99 Euro al mese per avere l’applicazione ben funzionante. Questa infatti può essere utilizzata anche gratis, rinunciando all’uso delle Impronte, che hanno la stessa funzione dei vecchi poke di Facebook, che potrebbe anche essere tollerabile. Il problema che Wapa però presenta, in tal caso, è che ogni 2-3 persone di cui la utente guarda il profilo, pubblicità di giochi o altro bloccano lo schermo irrimediabilmente per circa mezz’ora; lasso di tempo durante il quale è impossibile continuare a utilizzarla come, per esempio, finire un discorso in chat… visto che un’altra particolarità delle chat o app per sole donne è il parlare… e parlare…
Attendiamo con ansia e speranza il giorno in cui esiterà un’applicazione gratuita di incontri per sole donne perché i diritti (e i servizi) devono essere uguali per tutti e tutte.
A quel punto però, non sarà affatto certo che ci andrà di utilizzarla!
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