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Nichi Vendola fugge in Canada per “vivere in pace” con suo figlio Tobia

L’ex governatore della Puglia ha rinunciato alle battaglie italiane ed è scappato in Canada: “Non voglio che mio figlio diventi una bandiera dei diritti civili”.

Nichi Vendola fugge in Canada per "vivere in pace" con suo figlio Tobia - vendola - Gay.it
2 min. di lettura

Mi sono battuto per i diritti civili tutta la vita e ho vissuto sulla mia pelle la vergogna per gli insulti sulla mia sessualità. Vogliamo solo vivere in pace: non permetteremo che il corpo di nostro figlio diventi una bandiera dei diritti civili“.

È Nichi Vendola che parla ed è un uomo cambiato: dopo il pre-pensionamento che ha sconvolto l’opinione pubblica (con soli 10 anni di contributi percepisce 5618 euro al mese) si è trasferito a Montréal, Canada, col suo compagno italo-canadese Ed Testa (19 anni più giovane) e ha da poco accolto in casa il piccolo Tobia Antonio, nato a fine febbraio. Non è ancora il padre adottivo del piccolo, per il momento è solo tutore: “Tobia è nato a Sacramento e l’atto di nascita è stato compilato all’anagrafe californiana, dove la legge consente di scrivere quello che vuoi. Il padre biologico è Ed, in questo modo Tobia è più tutelato perché Ed è canadese e italiano e questo gli assicura altri due passaporti”.

La notizia della nascita del piccolo ha destato in Italia molto scalpore, soprattutto nella destra retrograda: dal tweet di Salvini che parlava di “disgustoso egoismo” al vergognoso sondaggio di Libero, che chiedeva ai suoi utenti come definirlo, papà o “mammo”. “Capisco che, a parte la bestialità razzista e omofoba, ci sia un pezzo d’Italia per bene che possa sentirsi disorientata. Penso che se vedessero, se giudicassero in concreto e non in astratto, capirebbero tutto subito. La gestazione per altri è la risposta della scienza al bisogno di famiglia, è una difesa della famiglia. È praticata soprattutto dalle coppie eterosessuali ed è probabile che tra una ventina di anni sarà molto diffusa: anche in Italia si riderà di tutte queste resistenze”.

Non c’è molto da chiedersi riguardo alla meta di questa fuga: Montréal è la città dei diritti, Justin Trudeau è uno dei politici più liberali e friendly della storia ed è attivamente impegnato per la battaglia dei diritti civili (ultimamente è stata emanata una legge contro la transfobia, quando in Italia manca ancora quella sull’omofobia). Ma una grande, pesantissima domanda sorge spontanea: perché abbandonare l’Italia? Perché adagiarsi sugli allori per un inutile vitalizio? Perché gettare la spugna proprio ora che davvero bisogna tirar fuori le unghie? Vendola sembra non capire, le sue parole cadono come degli enormi macigni a terra. “Torneremo in Italia prima della fine del mese. Ho comprato casa a Terlizzi, conosco tutti e mi vogliono bene. A Roma abbiamo un piccolissimo appartamento in centro. Ma meglio tornare a ottomila chilometri dall’Italia in questa casetta piccolina in Canadà che è piena di grazia italiana“.

 

Fonte: Repubblica.it

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5 thoughts on “Nichi Vendola fugge in Canada per “vivere in pace” con suo figlio Tobia

  1. avrei fatto la stessa cosa, ognuno ha diritto a scrollarsi di dosso un problema…finanche un intero paese…per vivere l’unica vita biologica in modo tranquillo e dignitoso. Lo hanno fatto tutte le persone che ad un certo punto della loro vita hanno ritenuto insopportabile rimanere dov’erano nati, Vendola non fa nulla di nuovo o strano

  2. ma davvero con 10 anni di contributi ha un vitalizio di più di 5000 euro al mese?? Se è vero di cosa stiamo parlando? Dell’ennesimo opportunista che si tiene stretto i suoi privilegi e lo mette nel c… a tutti gli italiani lavoratori onesti costretti a morire sul lavoro per sopravvivere con pensioni da fame. Sarebbe come tutti gli altri, peggio degli altri perchè lui si chiama Nichi Vendola ed ha la sua storia di politico e di uomo di principi che verrebbe cancellata e riscritta totalmente. Se è vero (e vorrei fortemente credere che non lo fosse) una persona con un minimo di coscenza civile dovrebbe sentire il dovere di restituire quello che gli viene dato in privilegi, continuando a lottare per i diritti in Italia, per permettere anche ai meno fortunati di lui di poter fare le sue stesse scelte. Dovrebbe rinunciare almeno a quel “disgustoso egoismo” di cui viene accusato. Chi gode di privilegi per me non ha diritto a nessuna comprensione in Italia, deve solo dimostrare di poterseli almeno in parte meritare, visto che la maggior parte degli italiani è ridotta in miseria a causa loro! Sono indignato da questa sinistra, è un insopportabile tradimento.

  3. Ma come non vuole fare “da testimonial per una battaglia di civiltà” e poi esce la sua foto in prima pagina con una lunga intervista di due pagine? Ma è mai possibile che certi personaggi stanno male se non si parla di loro sui giornali, in un modo o nell’altro? In certi casi la migliore cosa è il silenzio.

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