Poco più di un anno fa Jakub Jankto faceva coming out, diventando il primo nazionale di calcio ancora in attività a dichiarare la propria omosessualità. Era il 13 febbraio del 2023. Giocatore della nazionale ceca e dalla scorsa estate centrocampista del Cagliari, Jankto è così diventato il primo calciatore dichiaratamente gay a giocare e a segnare nella nostra serie A.
Nei giorni scorsi, per celebrare questo primo ‘anniversario’, Jankto si è concesso una lunga intervista a France Football, in cui ha ribadito la gioia di poter finalmente vivere la propria vita alla luce del sole, senza paura.
“Non sono né un giocatore diverso, né una persona diversa, anche se non mi nascondo più. Va tutto bene. Penso di essere stato da esempio per molte persone”.
Ad aiutare Jakub anche l’attuale allenatore, Claudio Ranieri, che l’aveva già allenato alla Sampdoria.
“Claudio Ranieri mi ha subito detto che in caso di problemi mi avrebbe aiutato. I tifosi mi hanno accolto all’aeroporto e a partire da quel momento mi sono sentito tranquillo. Il popolo sardo è straordinario e mi ha aiutato molto, ringrazio tutti gli abitanti della Sardegna. Anche la preoccupazione per le partite è sfumata in fretta”.
Anche negli spogliatoi tutto è andato liscio, così come in campo. In nove mesi di Serie A, Jakub non ha avuto problemi di alcun tipo.
“Ne ho parlato con il capitano Leonardo Pavoletti che si prende cura di tutti. C’è chi mi ha chiesto se fossi nato o diventato omosessuale. Ci sono state battute ma ormai tutto è aperto. Mi fanno, “hai avuto qualche appuntamento?” È tutto più aperto. Prima non potevo, dovevo stare attento che qualcuno non desse un’occhiata al mio telefono mentre scrivevo. “C’è ancora tanta gente che pensa che un omosessuale sia una persona effeminata. L’importante è che si rispetti la vita degli omosessuali”.
Jankto ha poi detto la sua su alcune campagne di sensibilizzazione contro l’omofobia nel calcio. “Messaggi, pubblicità, è molto bello. Ma io credo che la fascia da capitano arcobaleno non sia necessaria. Alla lunga questo metodo è controproducente. Il mondo del calcio purtroppo è omofobo in alcuni continenti e paesi. Ho notato che in Africa e nei paesi arabi la cosa non è stata presa bene. Nel profondo fa male”.
Dinanzi al proprio coming out, Jakub non ha mai troppo pensato a ripercussioni eventuali sulla propria carriera. “Diciamo che sapevo benissimo che non avrei firmato in Arabia Saudita il giorno dopo”, per poi appellarsi ai tanti altri colleghi che reprimono la propria omosessualità, perché terrorizzati dalle eventuali conseguenze.
“Ci sono altri omosessuali nel calcio, non mi interessa quanti, ma a loro dico di non aver paura di dichiararsi pubblicamente, perché dopo non succede nulla”.
Tra un mese in Bundesliga diversi calciatori gay potrebbero fare pubblicamente coming out, scrivendo un’altra pagina di storia. Anche perché il coming out di Jakub Jankto, avvenuto il 13 febbraio 2023, è stato l’ultimo di un calciatore professionista.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.
Non succede nulla? A parte diventare lo stereotipo del diversamente etero che vive con l'unica ossessione di sposarsi e adottare bambini? Ah beh!