La sollevatrice neozelandese Laurel Hubbard, prima storica atleta transgender a qualificarsi per un’Olimpiade, è stata nominata “sportiva dell’anno” dall’Università di Otago, in Nuova Zelanda. I premi Blues assegnati dall’università esistono dal lontanissimo 1908 e Hubbard è diventata la prima vincitrice transgender della storia. Laurel si è detta “grata per tutto il supporto e la gentilezza ricevuti dal personale docente e dagli studenti dell’Università di Otago”. E ha aggiunto: “È impossibile per gli atleti gareggiare a livello olimpico senza l’incoraggiamento e la vicinanza di amici, familiari e sostenitori. Questo premio appartiene a tutti coloro che hanno fatto parte del mio viaggio olimpico”.
Michaela Waite-Harvey, presidente della Otago University Students’ Association, ha aggiunto: “Non potremmo pensare a nessun atleta più degno di sportiva dell’anno di Laurel Hubbard, che ha rappresentato incredibilmente bene Otago e la Nuova Zelanda alle Olimpiadi di Tokyo di quest’anno”.
Nonostante sia diventata un’atleta che ha fatto la storia, Laurel Hubbard ha subìto transfobia incessante durante le Olimpiadi. La sua transizione è iniziata 8 anni fa. Prima del 2015 le atlete transgender non erano contemplate per i Giochi olimpici. Poi il Cio ha aggiornato il proprio regolamento, dando anche alle persone che hanno cambiato sesso la possibilità di poter competere per una medaglia. Per poter gareggiare le donne transgender devono attestarsi su livelli di testosterone inferiori a 10 nanomoli per litro, per i 12 mesi precedenti alla competizione. Da anni sono attese nuove regole, teoricamente in arrivo a breve.
Concluse le olimpiadi, dove è uscita immediatamente al primo turno, Laurel si è ritirata.
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