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Omofobia, parla il giovane aggredito a Pescara: “Non sapevo cosa fare, è stato orribile”

Mentre il sindaco diffonde una nota: “Abbiamo fatto passi in avanti, Pescara non tornerà indietro”.

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Parla il ragazzo aggredito qualche giorno fa a Pescara: “Per la prima volta nella mia vita ho avuto paura di andare per strada da solo. È stato orribile“.

Ha 31 anni ed è uno studente universitario la vittima d’omofobia di Pescara, inseguita in macchina e minacciata nella serata di giovedì 18 maggio: il ragazzo ha scelto nelle scorse ore di aprirsi e di confidarsi a Il Messaggero: “Era un bacio a stampo, durato un istante, quando due giovani a bordo di una Punto grigia hanno rallentato e ci hanno insultato. Continuavano a tagliare la strada dalla corsia opposta, si accostavano alla pista ciclabile e aspettavano che arrivassi. La cosa si è ripetuta per cinque o sei volte: avevo paura che mi seguissero fino a casa e mi picchiassero, visto che erano in due”.

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Come già emerso in precedenza, il ragazzo ha ribadito di aver contattato invano i numeri di emergenza e sottolineato che solo il passaggio – fortuito – delle forze dell’ordine ha messo in fuga i due delinquenti, apparentemente tra i 25 e i 30 anni. “Ho sentito fortemente minacciata la mia sicurezza: ero solo, nessuno mi rispondeva e non sapevo cosa fare” si sfoga.

Delusione anche per la condotta adottata dalle forze dell’ordine, secondo le quali non si configurava alcuna ipotesi di reato. Gli avvocati contattati da Arcigay Chieti, però, hanno una versione dei fatti differente: Andrea Cerrone parla di “vera e propria violenza privata: è un reato procedibile d’ufficio. Al giovane è stato di fatto impedito di rincasare a causa delle minacce ricevute, quindi la sua denuncia andava raccolta senza se e senza ma”. L’avvocato Francesca Di Muzio, invece, approfitta del triste caso per chiedere con forza una legge regionale volta al contrasto delle discriminazioni e delle violenze di genere determinate dall’orientamento sessuale: “Facciamo come la Regione Umbria”.

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Poche ore fa, infine, anche il sindaco di Pescara Marco Alessandrini ha rilasciato una nota riguardante il caso: “Pescara esprime piena vicinanza e solidarietà al ragazzo vittima di comportamenti omofobici. Ho appreso con sconcerto della storia e sono sempre più convinto del fatto che chi è titolare di pieni doveri deve anche essere portatore di pieni diritti, questo dice la Costituzione. Siamo stati tra le prime città d’Italia a chiedere la ratifica della legge sulle unioni civili e a prepararci all’istituzione del relativo registro perché venissero riconosciute e celebrate. Si tratta di passi avanti, Pescara non tornerà indietro.

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One thought on “Omofobia, parla il giovane aggredito a Pescara: “Non sapevo cosa fare, è stato orribile”

  1. Questo articolo è fatto meglio del precedente. I fatti costituiscono reato e anche grave non c’è solo la violenza privata. Forse la vittima che a 31 anni non è un “ragazzo” ma un uomo, nella concitazione non ha descritto bene al 112 l’accaduto.

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