Una volta per affittare una casa bastava avere delle referenze, dimostrare di poter pagare l’affitto ed essere affidabile. Ora influisce anche il proprio orientamento sessuale e l’identità di genere. È quello che ha sperimentato Fabiana Gelsomino, una ragazza trans di 30 anni, make-up artist, nata e cresciuta a Manfredonia. Da oltre tre mesi sta cercando casa a Pescara, ma senza risultato.
Ha visitato decine di appartamenti e case in affitto, prima di prendere una decisione. E quando trovava la sistemazione giusta, all’atto della firma del contratto di locazione, ecco che arrivava la brutta notizia: era già stato assegnato.
Ma la sfortuna non c’entra
Su decine di abitazioni, Fabiana non ne ha trovato nemmeno una a Pescara. Ma solo pochi giorni fa ha capito che la sua non è sfortuna. Ma bigottismo. E transfobia.
Lo racconta lei stessa, dopo aver visitato un bilocale del centro città che l’aveva convinta. Passate poche ore dalla visita, ha deciso di chiamare il proprietario per firmare il contratto. Ma come riporta Il Gazzettino:
Quell’uomo mi ha detto che ero molto bella, sentivo imbarazzata i suoi occhi addosso mentre visitavo le stanze. La casa mi è piaciuta, ho chiesto qualche ora di tempo per riflettere sulla decisione, quando ho telefonato per comunicare la mia risposta affermativa, mi sono sentita rispondere “io cerco gente di altro tipo”. L’ho invitato a spiegarsi meglio ed ha dichiarato che lui i trans non li vuole.
È stato un colpo al cuore per una persona come me, leale, disposta a lottare per portare avanti le proprie scelte, di difficoltà ne ho affrontate parecchie per diventare quella che sono.
“Cercasi appartamento in affitto per uso singolo a Pescara, no padroni di casa fermi agli anni 30”
Dopo l’ennesimo rifiuto, si è sfogata su Instagram, raccontando tutto: “Cercasi appartamento in affitto per uso singolo a Pescara, no padroni di casa fermi agli anni 30“. Continua spiegando che il problema nasce quando presenta i documenti, che non sono ancora stati modificati:
Posso offrire tutte le garanzie necessarie per firmare un contratto. C’è anche mio padre che, qualora il mio lavoro non bastasse a tranquillizzare il locatore, sarebbe disposto ad esporsi. Il problema è che quando esibisco il mio documento, che presenta ancora un nome maschile, cominciano i pregiudizi, si pensa che una persona che ha scelto di cambiare sesso debba utilizzare un appartamento chissà come e con chi.Sono stanca e umiliata, ho deciso di raccontare quello che mi sta capitando perché, se certe persone non vengono smascherate, continueranno a fare del male con i loro comportamenti retrogradi.
Il luogo dove si trova adesso è troppo costoso per lei (una mansarda a 1.200 euro al mese) e deve trovare presto un nuovo posto dove vivere, anche in vista del prossimo intervento chirurgico per la transizione. Mentre per la modifica dei dati nei documenti ufficiali, la burocrazia richiede almeno un anno di tempo.
https://www.instagram.com/p/CNsRb_JhI8m/
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