Nuovo caso di omofobia tra i banchi di scuola, la vittima accusa i docenti: non sono intervenuti per fermare i bulli.
Si lascia alle spalle un anno scolastico molto duro D., 17enne gay dichiarato, che frequenta una scuola superiore di San Donato Milanese, paesone alla periferia sud del capoluogo lombardo. Per almeno sei mesi infatti, il ragazzo è stato vittima di omofobia e bullismo.
A denunciare il fatto sono i Sentinelli di Milano, il gruppo di attivismo antifascista e per i diritti civili a cui il giovane si è rivolto insieme a sua madre, e che conta decine di migliaia di sostenitori su Facebook.
Secondo quanto racconta lo studente, di fronte agli episodi di omofobia e bullismo gli insegnanti non sarebbero intervenuti, anzi uno di loro sarebbe stato anche complice dei bulli. Insulti fascisti come “I fr*ci devono bruciare tutti” e persino l’esaltazione delle gravi affermazioni del ministro della Famiglia Lorenzo Fontana. Per questo, insieme ai genitori ha deciso di rendere pubblico queste vessazioni.
“Lui ha deciso di non subire in silenzio – scrivono i Sentinelli sulla loro pagina Facebook – Il suo coraggio e la sua determinazione sono un insegnamento per tutti noi. Esprimiamo piena solidarietà e appoggio e ci impegniamo ad essere al suo fianco in questa battaglia di civiltà”.
La scuola dal canto suo respinge le accuse e predica cautela: “La situazione è reale ed è nota, ma va discussa con calma” ha spiegato la preside dell’istituto al Giorno.
“Molti ragazzi arrivano nella nostra scuola con situazioni pregresse di fragilità, tanti hanno subito episodi di bullismo alle medie – ha aggiunto al quotidiano un altro insegnante – e le ricadute si trascinano per anni. Quest’anno due ragazzi hanno tentato il suicidio. Uno è stato salvato dalla Polizia postale che ha intercettato alcune frasi del ragazzo pubblicate su Facebook che alludevano al suicidio, i genitori lo hanno fermato mentre tentava di gettarsi dal balcone di casa”.