ROMA – E’ stato dimesso domenica 3 agosto Michele Bellomo, presidente dell’Arcigay di Bari, che il venerdì precedente era stato aggredito nella sede dell’associazione a Bari, probabilmente da due persone. La diagnosi è di sospetto trauma cranico. Ora sta meglio, anche se psicologicamente è ancora un po’ giù, stando a quanto ci dicono alla sede dell’Arcigay di Bari.
E oggi, lunedì 4 agosto, è al suo posto di lavoro. Un uomo forte e che crede profondamente in quello che fa. E che, nonostante tutto, ha dichiarato: «Certo non lascerò Bari, non è con la violenza che si fermano le grandi lotte».
Intanto c’è polemica intorno alla sua aggressione. C’è chi dice, come il senatore di AN Ettore Bucciero, che Bellomo sarebbe stato vittima di una scenata di gelosia… Anzi, qualcuno (il senatore Riccardo Pedrizzi di AN, responsabile nazionale per le politiche della famiglia e vicepresidente della consulta etico-religiosa del partito) sostiene addirittura che si tratta di una strumentalizzazione messa su dalla “sinistra grillinizzata”… Sergio Pizzi, responsabile barese di Forza nuova, «80 militanti e 300 tesserati fra Bari e provincia», intervistato da Repubblica, definisce «assurdo che giornalisti e politici puntino il dito contro Forza nuova. Non so se Michele Bellomo sia stato veramente picchiato o se è scivolato…».
A tale proposito, Aurelio Mancuso, segretario nazionale dell’Arcigay, afferma: «E’ incredibile che qualcuno voglia avvalorare la tesi che il pestaggio di Michele Bellomo non sia da ricondurre al ruolo politico da lui svolto bensì a motivazione di tipo personale». Mancuso invita «le forze dell’ordine ad impiegare ogni energia disponibile per assicurare alla giustizia i responsabili dell’aggressione, anziché rilasciare dichiarazioni ambigue che non fanno altro che confondere l’opinione pubblica».
A Mancuso fa eco il parlamentare dei DS Alba Sasso: «Si continua a non tenere nel debito conto alcuni fatti per me evidenti: in primo luogo l’episodio di violenza è avvenuto all’interno di una struttura di partito, nella quale gli autori del fatto sono penetrati illegalmente; la vittima, poi, non solo è rappresentante di un’organizzazione fortemente impegnata per l’affermazione dei diritti civili, quale l’Arcigay, ma è stato anche fra i principali organizzatori di una manifestazione dal forte rilievo politico e culturale, quale il Gay Pride 2003, e a causa di questa sua attività ha ripetutamente subito intimidazioni e minacce a partire dall’anno scorso».
I comunicati di solidarietà intanto sono giunti a decine: «Non è tollerabile – afferma il presidente nazionale Arcigay, Sergio Lo Giudice – che una persona che si è esposta pubblicamente sfidando le esplicite minacce dei neofascisti venga lasciata senza alcuna forma di sorveglianza da parte delle forze dell’ordine. E’ consapevole il prefetto di Bari che, negando la scorta a Bellomo, si è assunta la grave responsabilità di una colpevole sottovalutazione del pericolo dell’estrema destra barese?»
Piena solidarietà a Michele Bellomo viene espressa anche da Monia Dragone, della Segreteria Nazionale di ArciLesbica: «Ancora una volta il solo fatto di esercitare il naturalissimo diritto a viversi, anche pubblicamente, una sessualità che non si conforma alla norma eterosessuale è motivo di violenza», afferma la Dragone, mentre Carmela Casole per Alternativa Lesbica Italiana definisce l’attacco a Michele Bellomo «ignobile e vigliacco, lungamente atteso nell’ombra come fanno le bestie nel buio».
«Da quando si è diffusa la notizia della vile aggressione subita da Michele Bellomo – afferma il segretario nazionale Arcigay Aurelio Mancuso – abbiamo ricevuto centinaia di email, telefonate, sms, di solidarietà. In tutta Italia i Circoli territoriali Arcigay hanno diffuso la notizia, inviato comunicati, raccolto i messaggi che sono pervenuti in sede locale da associazioni, partiti e sindacati e nei prossimi giorni sono previste iniziative e manifestazioni. A livello nazionale molti esponenti politici e sindacali ci hanno telefonato o inviato messaggi. Tutta questa solidarietà, deve ora tradursi in sicurezza per l’incolumità di Michele e agibilità politica, affinché il nostro Presidente di Bari possa rimanere nella sua città e proseguire l’enorme lavoro svolto a difesa dei diritti civili e le libertà individuali. L’Arcigay nazionale chiede alle forze di polizia uno sforzo straordinario, affinché i responsabili dell’aggressione vengano arrestati e perché siano individuati gli autori delle continue minacce al nostro esponente.A Michele, alla sua famiglia, ai nostri militanti dell’Arcigay di Bari va il nostro abbraccio affettuoso e il nostro concreto sostegno».
Sull’aggressione sono in corso indagini della polizia che ha sequestrato il computer di Bellomo per accertare se la macchia rossa presente sulla tastiera sia di sangue e a chi appartenga. Sulla tastiera e sul monitor, inoltre, saranno poi compiuti accertamenti tecnici per rilevare se vi siano impronte digitali e palmari, oppure capelli o peli utili alle indagini. Sul sequestro del pc e sull’ aggressione subita da Bellomo, il pm di turno del Tribunale di Bari, Gaetano De Bari, ha detto ai giornalisti di non aver ancora ricevuto alcun atto dalla Digos, ma di essere stato interpellato telefonicamente dal dirigente della sezione al momento del sequestro. E venerdì sera il Viminale ha ripristinato la scorta a Michele Bellomo.
di G. M. Corbelli e R. Russo
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