Qualche anno fa amava frequentare la mia casa un prete. Non veniva solo a portare la parola di Dio ma anche per consumare del sano sesso. Potrei presumere fosse omosessuale, anche se evitai sempre di chiederglielo.
La stessa cosa mi capitò di pensare di un altro ministro di Dio che, però, non dimostrò mai alcun interesse di completare l’atto sessuale. Si contentava infatti di prenderlo in mano e giocarci un po’, chiedendomi di fare altrettanto con il suo. Come quella volta in cui, dopo avermi invitato nella sua parrocchia, finì per strofinarsi su di me in corridoio, entrambi completamente vestiti, eccezion fatta per i nostri falli.
Di falli doveva essere fine intenditore anche un altro parroco che frequentavo all’epoca, ma che tuttavia non smaniava di prenderli e nemmeno di toccarli. A lui era sufficiente osservarli, piazzandosi in prima fila quando facevo sesso con qualcuno o pagando un mio amico per vederlo eiaculare copiosamente. Una notte mi venne a prendere per portarmi da lui, in un’altra regione, solo per farmi fare uno strip sul tavolo della cucina della sua canonica.
Sono storie che ho già raccontato ma ci tenevo a ricordarle nei giorni di alta tensione di quella che qualcuno ha maliziosamente chiamato la "guerra civile" dei froci. C’è infatti chi sostiene che almeno il 60% degli ecclesiastici sia omosessuale e, davanti alla notizia che i gay non potranno più diventare sacerdoti, ha commentato velenosamente che per loro da tempo è previsto un automatico scatto di carriera.
La manifestazione di oggi di fronte a piazza san Pietro è solo il culmine (finora) di una serie di proteste contro il no Vaticano alla mozione francese. I presunti pericoli ci sembrano davvero una debole scusa (meno debole solo della solidarietà di certi ministri e parlamentari ‘laici’) e la totale assenza di controproposte per tutelare gli omosessuali che vivono nei paesi a rischio è molto grave.
Grave è pure la contraddizione di una Chiesa che dice di non discriminare gli omosessuali, pochi giorni dopo aver annunciato che ne impedirà l’accesso al sacerdozio (eliminando di fatto il senso della ‘vocazione’ e l’opera stessa dello Spirito Santo). Certo, se così fosse, in futuro sarà difficile per altri come me esordire con ricordi di sesso gay in canonica o in parrocchia.
Ma il punto è: i preti omosessuali sono contro natura in quanto omosessuali? Oppure – come io credo – lo sono in quanto preti, ossia dovendo rispettare un voto di castità (o di celibato, che in sostanza non differisce troppo) che è, quello sì, artificiale e pericoloso per l’equilibrio di un individuo?
Fare troppo sesso può essere rischioso, per le malattie che girano o per l’incapacità di pensare ad altro. Ma non farlo per niente, specialmente in certi momenti della vita, è forse più rischioso. Proprio per questo alcuni ecclesiastici decidono di trasgredire e ‘vedersela un giorno col Padre’. Io non credo di essere il solo ad aver avuto simili contatti intimi: molti gay potrebbero raccontare esperienze simili. Come, ovviamente, potrebbero fare anche molte signore e, purtroppo, moltissimi bambini.
Fare i nomi sarebbe di basso livello e forse anche inutile, ma non è nemmeno possibile ascoltare in silenzio ipocrite giustificazioni mentre c’è gente che rischia la pelle. Per questo oggi manifestiamo, perché "quando ti attaccano, sei obbligato a reagire", come insegna un antico adagio, che in Italia ha ancora il nome nobile di Resistenza.
di Flavio Mazzini
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