Pino Pelosi, detto "la rana", l’uomo che si è autoaccusato dell’omocidio di Pier Paolo Pasolini, è di nuovo libero. Condannato per la morte dello scrittore, avvenuta nella notte tra l’1 e il 2 novembre del 1975, Pelosi passò in carcere gli anni dal 1976 al 1982. Da allora ha continuato a entrare e uscire di prigione molte volte per altri reati. Nel 2005 fu arrestato dai Carabinieri di Orte che lo trovarono in possesso di 400 grammi di cocaina.
Dopo il patteggiamento per detenzione e spaccio di droga venne condannato a 4 anni e ad un’ammenda di 18mila euro. Ma avendo trascorso un anno nella comunità di recupero per tossicodipendenti San Crispino del Ceis di Viterbo e a causa dell’indulto che gli ha condonato tre anni, Pelosi ha tecnicamente scontato la sua pena.
Prima di essere arrestato nel 2005, la Rana rilasciò un’intervista dove, per la prima volta dal 1975, ritrattava la sua versione sulla morte di Pasolini, negando di averlo ucciso lui e accennando a due persone con un accento siciliano di cui però non ha mai rivelato i nomi per paura, ha detto, di ritorsioni contro la sua famiglia.
Sono molti i misteri ancora irrisolti attorno alla scomparsa dello scrittore e regista e le dichiarazioni di Pelosi di quattro anni fa non hanno fatto altro che alimentarli, nonostante lo stesso Pelosi, allora diciassettenne, sia stato condannato in appello.