Le storie che non vorremmo mai sentire. Ma si ripetono di continuo. E c’è sempre lo stesso motivo, dietro al gesto: il bullismo omofobico. La storia di Kaitlin Kirkaldy viene dall’Australia. Aveva detto ai suoi genitori di essere una ragazza lesbica quando aveva 9 anni, e loro l’hanno accettata. Sembrava finita lì, un coming out di regola con genitori comprensivi che amano la propria figlia per quello che è.
Ma non è stato così. Perché Kaitlin è stata presa di mira dai bulli della sua scuola per il suo orientamento sessuale. “Voleva solo essere amata” ha detto la madre dopo la morte della ragazza. Semplicemente, voleva vivere la sua vita. Ma non ha retto alle cattiverie che ogni giorno i bulli le riservavano, fino a decidere di farla finita.
La scelta dei genitori di raccontare la storia
I genitori di Kaitlin hanno deciso di raccontare pubblicamente la storia della figlia. In questo modo, sperano di poter aiutare altre persone che si trovano nella stessa situazione a reagire, a parlare del bullismo che subiscono a un insegnante o in famiglia. E fare in modo che quell’inferno finisca.
Kaitlin cercava solo un po’ di affetto dalla famiglia come dagli amici. Ma quella che pensava fossero compagni di scuola si sono rivelati invece dei mostri. La madre, a seguito del coming out, ha raccontato di Kaitlin:
Le abbiamo detto che per noi andava benissimo così, ma penso che lei abbia lottato molto per accettare la sua sessualità. È stata vittima di bullismo a scuola perché era lesbica ed era alla disperata ricerca di affetto. Certo che l’abbiamo amata, ma penso che volesse davvero una relazione.
A contribuire alla sua decisione di farla finita, anche la disperata ricerca di una relazione, di una ragazza da amare. Forse anche la mancanza di una persona di riferimento l’ha portata alla via del suicidio.
La vita della ragazza lesbica suicida
Oltre a trascorrere giorni infernali a scuola, Kaitlin non aveva vita facile. Non viveva con i genitori, ma condivideva un appartamento con una sua amica. Aveva un debito di 14.000 dollari per alcuni incidenti stradali, e stava seguendo una terapia che la portava a prendere diversi farmaci ogni giorno. Ma lei voleva fare tutto in autonomia, senza chiedere aiuto a nessuno.
Una situazione stressante, che non poteva continuare. E’ stata trovata morta sul suo letto, nella camera che condivideva.
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