Pubblicato da Jama Pediatrics lo studio è stato condotto negli Stati Uniti, dove è sempre più evidente la diminuzione dei suicidi di adolescenti dalla storica legalizzazione del matrimonio egualitario.
Dal 2015, nei 35 stati in cui è già entrato in vigore a pieno titolo il matrimonio egualitario, il tasso di suicidi nella fase adolescenziale è diminuito del 7% tra tutti gli studenti e del 14% tra gli studenti LGBT.
“Permettere il matrimonio egualitario riduce lo stigma strutturale associato all’orientamento sessuale. C’è qualcosa nell’avere la parità di diritti che rende gli studenti, sebbene non abbiano piani immediati per beneficiarne, meno stigmatizzati e più speranzosi verso il futuro”. Queste le parole di Julia Raifman, firmataria dello studio pubblicato pochi giorni fa.
Il dato è ancora più significativo se si considera che il suicidio rimane una minaccia significativa tra gli adolescenti, ed è attualmente la seconda causa di morte per le persone di età compresa tra i 10 e 24 anni. Questo problema è ancora più marcato per coloro che si identificano nella comunità LGBT, dove il 29% ha riferito di aver tentato il suicidio almeno una volta nell’ultimo anno, rispetto al 6% dei ragazzi eterosessuali.
Il dato rimane comunque di difficile lettura: se è innegabile il calo dei suicidi, è altrettanto vero che per ottenerlo potrebbe essere bastata la sola campagna mediatica e politica intorno alla vicenda, che ha fatto sentire i ragazzi meno soli e abbandonati a se stessi, e non il risultato diretto delle politiche adottate.
“Siamo tutti d’accordo che la riduzione tentativi di suicidio degli adolescenti è una buona cosa, a prescindere dalle nostre opinioni politiche”, ha detto Raifman. “I politici devono essere consapevoli che i provvedimenti in materia di diritti delle minoranze sessuali possono avere un effetto reale sulla salute mentale degli adolescenti. Le politiche calate dall’alto possono determinare in modi positivi e negativi ciò che accade più in basso”.