Un weekend a tinte omofobe, quello appena vissuto nella Capitale, sempre più paurosamente discriminatoria e violenta nel corso degli ultimi mesi.
Una coppia di ragazzi è stata infatti aggredita venerdì sera, in pieno Trastevere, dopo una bevuta tra amici al Coffee Pot. Tornando verso l’auto, i due, felicemente fidanzati, sono stati inseguiti da un branco di delinquenti, che già in precedenza li avevano travolti di insulti omofobi. Senza mai reagire, Marco e il compagno si sono diretti verso la macchina, quando l’assalto è partito. Una decina di ragazzi li hanno improvvisamente accerchiati, facendo volare calci e pugni. Marco e l’amato sono riusciti comunque a divincolarsi, a reagire, cavandosela egregiamente. Scappati da questa insensata furia omofoba, senza più un portafoglio e un paio di occhiali rubati durante la colluttazione, i due hanno chiamato il 113 e sono corsi in ospedale, con un referto medico che ha sentenziato escoriazioni varie e un orecchio perforato. Lunedì mattina, passato lo choc, scatterà la denuncia ai carabinieri. Marco ci racconta quanto avvenuto quella notte, facendo trasparire un profondo senso di amarezza nei confronti della società in cui viviamo.
‘Ribadisco noi stiamo bene ma non benissimo. Di tutto ciò, quello che mi ha fatto più male è lo schiaffo che ho preso da parte della società in cui vivo. Leggo tantissimo di omofobia ma qui non si tratta di omofobia ma di semplice educazione civica. Una delle prime cose che mi è stata chiesta è il motivo per il quale ci hanno aggredito, se fossimo stati in atteggiamenti tipo “mano nella mano”, magari aizzando noi il gruppo. Scusate ma se una ragazza fosse andata in giro in minigonna sarebbero stati autorizzati a stuprarla?‘.
Marco e il compagno hanno avuto problemi anche una volta arrivati al pronto soccorso, con un personale stranamente poco professionale.
‘In ospedale due froci vengono ancora considerati MALATI. Gli infermieri sembrava che non avessero mai visto una coppia omosessuale in vita loro, si sono lasciati andare a commenti, battute anche fuori luogo o indelicate’. ‘Forse più del dolore fisico, che esiste, il dispiacere maggiore è realizzare chiaramente in che città, Paese di gente inetta, ignorante e menefreghista viviamo‘.
Uno sfogo amaro al termine di una notte di paura e immotivata violenza, generata dal niente, dall’illogico odio nei confronti di due uomini che si amano. Tutto questo, è doveroso ribadirlo, nel totale e colpevole silenzio nonché immobilismo delle istituzioni, secondo cui l’omofobia, in Italia, non sarebbe un problema meritevole di attenzione. Perché a loro dire, evidentemente, non esiste.
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