Dopo Russia e Ungheria, anche la Romania potrebbe presto approvare una legge contro la cosiddetta ‘propaganda LGBTQ’. Il disegno di legge, già approvato al Senato, deve ora superare lo step la Camera bassa rumena. Se così fosse, sarebbe vietato l’utilizzo di materiali didattico che possa “promuovere” l’essere LGBT+. Un mix tra la contestatissima Don’t Say Gay della Florida e la tristemente celebre legge russa, da quasi 10 anni in vigore.
Il disegno di legge ungherese è stato promosso come misura per prevenire gli “abusi sui minori”. A presentarlo l’Unione Democratica Magiara di Romania, ad oggi partito di maggioranza, e l’Alleanza per l’unione dei rumeni, a sostegno dei “valori della famiglia tradizionale”. Suona tutto terribilmente già sentito. Paese che vai, conservatori che trovi.
Gli attivisti LGBTQ+ rumeni sono ovviamente sul piede di guerra. Accept, via Reuters, ha parlato di “censura nel sistema educativo di Budapest”. “La Romania deve evitare la deriva illiberale promossa dall’Ungheria attraverso tali misure che sono state duramente accolte dall’Unione Europea. L’adozione di una legislazione esplicitamente omofobica e transfobica che censuri le informazioni sull’orientamento sessuale e l’identità di genere è una vergogna per la Romania. La camera bassa deve votare contro per fermare questo incitamento alla discriminazione”.
Un portavoce di MozaiQ, altro gruppo per i diritti LGBT+ nel Paese, ha aggiunto che adottare una legge simile a quella russa sarebbe particolarmente pericoloso, considerando la brutale invasione dell’Ucraina da parte di Putin. “Esortiamo la camera bassa a mostrare responsabilità e decenza e a respingere qualsiasi proposta di legge che miri a demonizzare e ad emarginare la comunità LGBT. Nel contesto dell’invasione russa dell’Ucraina, riteniamo che l’adozione di un disegno di legge del genere in Romania… alimenterebbe la propaganda russa e le campagne di disinformazione di Mosca”.
Il sentimento anti-LGBT+ in Romania, che ha depenalizzato l’omosessualità solo nel 2001, si sta sempre più diffondendo. Secondo il World Values Survey, ricerca condotta tra il 2017 e il 2020, tre quarti della popolazione ritiene che l’omosessualità “non sia giustificabile”. Un sondaggio del Pew Research Center condotto tra il 2015 e il 2016 aveva dato risultati simili, con l’85% degli intervistati che si era detto d’accordo con l’affermazione: “L’omosessualità non dovrebbe essere accettata dalla società”.
Ad oggi, la Romania è uno degli ultimi 6 Paesi appartenenti all’Unione Europea a non avere alcuna legge sulle unioni civili o sulle coppie di fatto assieme a Polonia, Bulgaria, Lettonia, Lituania e Slovacchia.
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