Ciao, sono Sandro… gay, e i miei lo sanno, amici lo sanno, tutti lo sanno. Vi chiedo aiuto AIUTO… in relazione alla vostra esperienza.
Da un anno conosco un ragazzo xxx 26 anni, oggi i suoi genitori hanno scoperto la sua omosessualità, e lo stanno uccidendo di botte, cell sequestrato, non può uscire e lo accompagneranno all’università. Hanno chiamato me, minacciandomi, e dicendo che la colpa è mia.
Che fare??? Viene a vivere con me??? Ok i suoi come reagiranno. Sono direttore di un’azienda, potrebbero mettermi in ridicolo con i miei clenti. O menarmi pure a me.
Chiedo anche, legalmente che diritto hanno nei miei riguerdi?
Tremo per la paura!!!
Sandro
Caro Sandro,
ho letto con profondo dispiacere la tua richiesta di aiuto: dispiacere perché, purtroppo, confermi che esistono ancora certe reazioni da parte di alcuni genitori alla notizia dell’omosessualità di un figlio.
Proprio per questo bisogna darsi da fare, perché la società continui a cambiare progredendo e l’essere gay non venga più considerato – nemmeno dalle persone più sprovvedute – una colpa, una malattia, una condanna.
Che non si tratti di una colpa non è stato capito dai genitori del tuo amico, che infatti lo hanno riempito di botte, lo “sequestrano” e hanno sequestrato il suo cellulare.
La cosa che non va proprio bene è che lui, che non è più un bambino, se le sia lasciate dare, abbia permesso ai suoi genitori un atteggiamento così violento senza reagire.
Anche per i bambini esiste un s.o.s telefonico: il telefono azzurro. Figuriamoci per un maggiorenne, potrebbe tranquillamente portare avanti una denuncia per percosse.
Il fatto che il tuo ragazzo non abbia reagito mi fa pensare che – a prescindere dall’affetto che lui sicuramente ha per i suoi genitori – anche lui si senta molto in colpa e non abbia per nulla accettato il suo orientamento sessuale.
A questo punto ci sono alcune cose da fare: la prima, informarsi con molta cura di che cosa sia essere gay, attingendo a tutte le informazioni (pubblicazioni, siti internet e così via… un universitario non è certo sprovveduto) e riflettere bene sulle proprie possibilità e capacità di acquisire una sicurezza interiore; la seconda, uscire di casa, cambiando magari città e università, senza lasciare un recapito ai genitori. Questa possibilità andrebbe preparata accuratamente: durante l’estate il tuo ragazzo dovrebbe trovarsi qualche lavoretto in un’altra zona, per cercare di rendersi almeno parzialmente autonomo economicamente e tu potresti aiutarlo un po’ finanziariamente, almeno nel primo periodo, visto che hai un buon lavoro.
Non mi sembra opportuno, per il momento, che lui venga a stare da te perché, anche se nessuno potrebbe impedirglielo per legge, sicuramente tu ti troveresti nella situazione difficilissima che prospetti, così sareste in due a dover subire la furia cieca dei suoi genitori.
Se le provocazioni o, peggio, le botte continuassero, certamente lui potrebbe denunciare la sua famiglia ma il mio consiglio è quello di lasciar calmare le acque e vedere se non si possa risolvere il proprio problema a poco a poco, con l’affetto e la comprensione reciproci. Una denuncia, invece, esaspererebbe gli animi, anche se potrebbe essere senz’altro motivata. Però mi sembra abbastanza urgente sottrarsi al più presto, anche se con molta calma interiore, e con decisione ad una situazione insostenibile; attuare la soluzione che sembra la più difficile ma che, sinceramente, mi sembra sia l’unica praticabile per non mettere anche te in un mare di guai.
Auguri! E fammi sapere come va e che ne pensi, se ti farà piacere
Maria Luisa, mamma socia Agedo
di AGEDO
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