Ah, il fascino della divisa! Quelli suggestioni omoerotiche che si perpetuano nell’immaginario collettivo. Ora sottoforma di nazi – gay con tanto di berretto e stivaloni, magari col gusto femmineo del travestimento, come Helmut Berger ne "La caduta degli dei" di Luchino Visconti.
Ora nelle fattezze dell’ufficiale inglese di "Furyo", a cui prestava la chioma platinata l’ambiguo David Bowie. Ora, infine, nella divisa sudaticcia del milite – compagno cubano, interpretato da Jonny Depp in "Prima che sia notte", film sulla vita, la morte e i miracoli del poeta gay Reynaldo Arena.
Ma quanto questa fascinazione è reale? Insomma quanta letteratura vi è in questo mito? E qual è la divisa più amata dai gay italiani, quella che più accende i loro desideri?
Gay.it ha condotto una piccola inchiesta interpellando alcuni bei nomi del mondo dello spettacolo.
Leo Gullotta, attore di cinema e di teatro, nonché membro fisso della compagnia del Bagaglino:
"Della divisa non me ne può fregare di meno. Non subisco alcun fascino, nemmeno quello delle divise delle Guardie Svizzere del Vaticano, che sono pur sempre state disegnate da Michelangelo. Specie di questi tempi, poi. La divisa rappresenta un inquadramento, il concetto di essere al servizio di un altro.
I gradi militari mi rievocano una sensazione di sopraffazione, di oppressione del più debole. Non tollero nemmeno la divisa dei boy scout e mi fanno orrore le divise delle scuole private, con cravattine, giacchettine, che prendono a modello i vestiti dei manager. Mi urtano anche le divise "borghesi", intendo quelle mode che ci vorrebbero tutti abbigliati allo stesso modo".
Nessuna attrazione, quindi. Vediamo se otteniamo qualche risultato con Platinette, la drag-queen più televisiva e radiofonica d’Italia.
"Le divise non rientrano nei miei feticci. Sarò vittima del complesso degli obesi, ma ho il terrore della polizia. Quindi non mi sento attratto dai gradi, non mi fanno né caldo, né freddo; appartengono ad un concetto di porno vecchio stile. Mi risvegliano solamente una paura antica: quella che viene ai posti di blocco. Quando da dentro sale un grido muto:
Oddio, che cosa avrò fatto! Siccome il più delle volte non ho la coscienza a posto, la giudico una reazione normale…. Però, la divisa dei pompieri non è brutta. Se ne incontro uno in teatro posso sempre mettermi a gridare: pompiere, pompiere, presto…. Brucio!!!!"
L’unico risultato lo otteniamo con Vladimir Luxuria, madrina di Muccassassina ed attrice teatrale:
"Premesso che anch’io mi ritengo una persona in divisa, quella che amo di più è la marina. Il mio sogno erotico è essere la mascotte di una nave, la pupazza della ciurma.
Il segreto sta nel colore: il bianco ingrossa. I "pacchi" impacchettati di bianco sono più voluminosi. Spesso, in città di mare, come Spezia o Taranto, rischio di andare a sbattere contro qualche lampione, ipnotizzato dalla vista di tali protuberanze. La divisa aggiunge un certo sex – appeal, anche se, devo dire, con alcuni militari non spenderei neanche cinque minuti"
Esperienze personali?
"Guardia di Finanza. Una volta avevo un amico finanziere, al quale ho chiesto di sculacciarmi con i guanti. Guanti bianchi, bellissimi e immacolati".
di Paola Faggioli
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