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“Sempre più fedeli sono scoraggiati dall’immagine di un Dio maschio, patriarcale, bianco e lo stanno dicendo ad alta voce”.
‘Dio è più del sole’, però maschio!
La comunità Katholische Junge Gemeinde, organizzazione giovanile cattolica tedesca con più di 80mila membri, ha diramato un comunicato stampa chiedendo di aggiungere l’asterisco dopo la parola Gott (“Dio” in tedesco). “Dio può essere un’amica, un amico, un compagno o un amore. Sono tutte dimensioni che l’immagine di Dio come Padre non copre“, ha spiegato Rebekka Biesenbach, assistente spirituale dell’organizzazione cattolica giovanile.
Tra politically correct e cancel culture – urlati da chi ha riportato la notizia sui vari quotidiani e siti d’informazione – la proposta è stata immediatamente respinta dalla Conferenza Episcopale della Germania, che riunisce i vescovi delle 27 diocesi tedesche. Il portavoce della Conferenza, Matthias Kopp, intervistato dal telegiornale tedesco Sat.1, ha farcito il tutto con puro benaltrismo,
“Il dibattito teologico sulla questione non è rilevante. Abbiamo problemi molto diversi da affrontare nella Chiesa in questo momento”.
Discorsi che ricordano quelli di certi politici o intellettuali, anche italiani, che non hanno molta voglia di scomodare la loro polverosa posizione.
“Dio è più del sole, della luna e delle stelle. Non possiamo afferrare Dio. Non possiamo descrivere Dio a parole”,
ha continuato Kopp. Ed è proprio qui che sembra contraddirsi. Queste parole concordano con quelle sopracitate dell’organizzazione KJG, che vorrebbe ridiscutere l’iconografia millenaria di Dio.
L’iconografia divina
Se Dio* (magari iniziamo noi a utilizzare Dio*, con frequenza, è così che accadono le rivoluzioni del linguaggio, con buona pace della Chiesa) è davvero inafferrabile e impossibile da descrivere, perché da due millenni continuiamo a raffigurarlo come un uomo, bianco e con la barba? Quanta parte di questa raffigurazione deriva dalla commistione con l’iconografia di altri dèi (spesso pagani) e con una tradizione ben più lunga di quella cattolica?
E perché – Lui che si fa corpo – il Cristo, pur essendo nato in Palestina, è raffigurato col più splendido candore? Sembra quasi che Betlemme abbia subito una repentina ricollocazione dovuta alle tettonica delle placche e che due millenni fa fosse collocata più o meno a nord della Pianura Padana.
Polemiche già sentite, spesso ripetute con un’ottusa ostinazione. Dovremmo mica tirar fuori l’eurocentrismo, il colonialismo, il patriarcato? Sembrerà sciocco ribadire queste posizioni e sarà vero che la Chiesa ha enormi problemi da gestire. Ma insomma, l’iconografia maschia di Dio è certamente uno di quelli.
Da più di duemila anni ci trasciniamo dietro questo Padre, enorme, barbuto e – da quando disponiamo di contenuti audio – anche con la voce tuonante. Chi se l’è inventato avrà sicuramente avuto gravi problemi con la figura paterna. Chissà se un ignoto psicanalista ante litteram lo aveva già capito dopo le prime riproduzioni.
Un Dio* casalinga di Voghera
L’onnipresenza divina ha origini ben radicate nella nostra società. In questo mondo fatto a misura d’uomo (non stiamo qui a ripetere sempre gli stessi aggettivi, ma insomma, cis, bianco, etero, abile…) cos’altro poteva essere Dio? Una donna in carriera? La casalinga di Voghera? (magari Arbasino avrebbe preferito). L’ultim* tiktoker gender fluid? Coincidenza ha voluto che fosse proprio lui, un magnifico omaccione – sicuramente il feticcio di chi ama la categoria bear su determinati siti.
La proposta dell’organizzazione KJG tedesca è stata silurata in pochi attimi, ma diversi esponenti della Chiesa in Germania si sono detti timidamente d’accordo per una discussione sul non binarismo di Dio. Intanto, possiamo provare noi a usare questo magico totem (*) della contemporaneità. Dio*.
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Pensieri oziosi di gente oziosa ! Personalmente mi sono sbattezzato e , grazie a Dio , sono di un assoluto agnosticismo. Ho un padrone ed un gabelliere in meno .