Avevano sei mesi di tempo per dare seguito alla sentenza della Corte Costituzionale di Lubiana di fine luglio. Alla fine ne sono bastati poco più di due. Il parlamento sloveno ha ufficialmente legalizzato il matrimonio egualitario e l’adozione per le coppie LGBTQ+. 48 i voti a favore, 29 i contrari.
Il disegno di legge è diventato realtà dopo la storica sentenza della Corte della scorsa estate, che aveva definito discriminatorie le norme ad oggi vigenti legate all’unione matrimoniale tra coppie etero e coppie omosessuali. 6 giudici su nove avevano votato come incostituzionale il divieto al matrimonio egualitario. Con la stessa sentenza la Corte aveva legalizzato anche l’adozione di figli da parte di coppie dello stesso sesso. Il governo aveva sei mesi di tempo per trasformare la sentenza in legge. E’ stato fatto in 70 giorni circa.
“Con la modifica della legge riconosciamo che le differenze non dovrebbero portare a discriminazioni”, ha detto al Parlamento Simon Maljevac, segretario di Stato presso il Ministero del lavoro, della famiglia, degli affari sociali e delle pari opportunità. “Finalmente la Slovenia si unisce a un certo numero di Paesi in Europa e nel mondo che hanno già concesso uguali diritti alle coppie eterosessuali e dello stesso sesso“.
Le modifiche sono state redatte dal governo di centrosinistra del primo ministro Robert Golob. I partiti di opposizione di centrodestra hanno votato contro le modifiche, sostenendo che così facendo la Slovenia starebbe togliendo a un bambino il diritto di avere una madre e un padre. La legge sulle unioni civili era entrata in vigore il 24 maggio 2016 ed era diventata operativa il 24 febbraio 2017.
All’interno dell’Unione Europea, il matrimonio tra persone dello stesso sesso è legale in 14 dei 27 paesi che lo compongono. In Europa sono 22 i Paesi ad aver approvato la legge:
Olanda (2001), Belgio (2003), Spagna (2005), Norvegia (2009), Svezia (2009), Portogallo (2010), Islanda (2010), Danimarca (2012), Francia (2013), Regno Unito (2014 in Inghilterra, Galles e Scozia, 2020 in Irlanda del Nord), Lussemburgo (2015 ), Irlanda (2015), Finlandia (2017), Germania (2017), Malta (2017), Austria (2019), Svizzera (2022), Slovenia (2022) e Andorra (2022).
Fuori dall’Europa, si aggiungono:
Canada (2005), Sud Africa (2006), Messico (in vigore in alcuni stati), Argentina (2010), Nuova Zelanda (2013), Brasile (2013), Uruguay ( 2013), Stati Uniti (2015), Colombia (2016), Australia (2017), Taiwan (2019), Ecuador (2019), Costa Rica (2020), Cile (2022) e Cuba (2022).
In tutto il mondo siamo arrivati a quota 36 Paesi, Italia esclusa.
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