Era l’inizio degli anni Ottanta, quando negli Stati Uniti imperversava la prima ondata dell’epidemia di Aids, che l’FDA – la Food and Drug Administration americana – impose il divieto per gli uomini gay di donare il sangue. L’Aids all’epoca, anche se oggi lo stigma non è ancora del tutto eliminato, era la “malattia dei gay” e il provvedimento era stato adottato per evitare i contagi attraverso il sangue. Più di quarant’anni dopo, tuttavia, il divieto esiste ancora.
Nonostante sia stato appurato che Hiv e Aids non sono malattie circoscritte alla comunità LGBTQIA+ e l’attuale progresso a cui è arrivata la medicina rende bassissimo il rischio di un contagio attraverso il sangue, anche attraverso i test che permettono di fermare il virus al suo stadio Hiv, l’FDA non sembra intenzionata a revocare il divieto. Si tratta di una questione su cui attivistə e membri della comunità si sono sempre battuti e gli atti di protesta contro questo provvedimento discriminatorio sono stati tanti.
Uno di questi, forse tra i più plateali e provocatori, è quello realizzato da Mother Goods, la finestra digitale di Mother, istituzione multidisciplinare fondata nel 1996 a Londra che si occupa di creare design, oggetti e luoghi innovativi rimanendo un’agenzia diversa dalle altre. Ed è in collaborazione con Stuart Semple, il poliedrico artista britannico, e il suo studio che Mother Goods ha creato la sua forma di protesta.
Si chiama “The Gay Blood Collection” ed è una linea di pitture e inchiostri rossi miscelati con il sangue di uomini gay. Niente episodi di vampirismo, se è questo che vi preoccupa della faccenda. Gli artisti non sono certo andati in giro per strada a prelevare il sangue delle persone gay. Si tratta di donazioni degli impiegati e dipendenti d Mother, che si sono prestati per dare vita a questo progetto tanto di impatto quanto significativo. Nella descrizione del progetto si lege:
«Nel 1983, la FDA ha introdotto una linea guida che vietava di fatto agli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini di donare il sangue. Una forma di questo divieto rimane in vigore fino ad oggi, rendendo gli Stati Uniti uno dei pochi paesi a continuare a vietare la donazione di sangue di uomini gay. Pensiamo che sia una cazzata»
Così, gli artisti e innovatori di Stuart Stemple e Mother hanno deciso di fare qualcosa con il sangue che l’FDA e il governo americano non vogliono. Creare dei mezzi espressivi come inchiostro e pittura con il sangue degli uomini gay è certamente un ottimo modo per portare tutte quelle forme di protesta che si basano sull’arte ad un altro livello. I prodotti della collezione possono essere usati per i dipinti, i graffiti e la street art che spesso si colora di messaggi in favore di questa causa. L’inchiostro, dicono i creatori, può essere utilizzato persino per le lettere di protesta inviate all’FDA.
Un esempio di tutto ciò che si può fare con i prodotti della “The Gay Blood Collection” è il lavoro di Zain Curtis, aka happydevilboy sui social, artista tessile e pittore che ha usato la vernice in questione per le stampe della sua collezione di magliette. Le stampe, tutte ovviamente a tema queer, sono accompagnate dalla dicitura sull’etichetta “Realizzato con il sangue degli uomini gay”.
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Che dire, le forme di protesta si stanno evolvendo e forse gesti così plateali sono la strada giusta su cui spingere affinché accada davvero qualcosa. D’altronde, tutte le iniziative istituzionali che finora sono state proposte per allentare gradualmente il divieto sono state altrettanto discriminatorie. Ad esempio, l’FDA aveva annunciato lo scorso mese di stare pensando a un provvedimento che cancellasse il divieto a tappeto per uomini gay e bisessuali di donare il sangue, optando per una valutazione caso per caso dei rischi effettivi. Peccato che il provvedimento pensato si applicherebbe solo agli uomini impegnati in una relazione monogama, escludendo di fatto tutti gli altri che, a voler ben guardare, sono anche la percentuale più alta.
Secondo le nuove norme, gli uomini gay e bisessuali in relazioni monogame potranno donare il sangue anche senza astenersi dal sesso. Tuttavia, si tratta di una soluzione ben lontana da quella che in realtà dovrebbe essere messa in atto, cioè revocare del tutto questo divieto insensato. Anche Sarah Kate Ellis, presidente e amministratrice delegata di GLAAD, ha commentato la questione: «Questa lotta non è finita fino a quando tutti gli americani LGBTQ + che vogliono donare il sangue non avranno incontrato gli stessi protocolli degli altri americani. Tutti i potenziali donatori di sangue, le cui donazioni potrebbero salvare vite umane, dovrebbero essere trattati allo stesso modo»
© Riproduzione Riservata«Non ci sono scuse per scegliere lo stigma rispetto alla scienza nel 2022»