La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha esaminato mercoledì 20 marzo a Strasburgo la richiesta di due transessuali britannici che denunciano l’assenza, nel loro paese, di riconoscimento giuridico per le persone che come loro hanno cambiato sesso.
Christine Goodwin, nata nel 1937, afferma di essere stata vittima di molestie sessuali sul lavoro durante e dopo il cambiamento di sesso. Denuncia in particolare l’obbligo di versare i contributi sociali fino all’età di 65 anni, considerata sempre un uomo rispetto alla legge del suo paese. Come donna, smetterebbe di pagarli raggiunti i 60 anni.
Christine Goodwin sostiene di aver conosciuto "imbarazzo e umiliazione" allorché un dei suoi datori di lavoro, constatando che lei aveva lo stesso numero di previdenza sociale, si è reso conto che lei aveva già lavorato per lui come uomo e sotto altro nome.
L’altra transessuale che ha presentato richiesta alla Corte, e che ha espresso il desiderio di conservare l’anonimato, lavorava come assistente odontotecnica e sostiene di non aver potuto seguire la formazione da infermiera. Aveva in effetti rifiutato di presentare il suo certficato di nascita, che avrebbe attestato il suo cambiamento di sesso.
La Corte europea ha già condannato più volte il Regno Unito per violazione dei diritti dei transessuali.
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