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Giovane cantautore, musicista e produttore di Napoli, Tripolare ha fatto presto conoscere il suo talento e tutto il suo amore per la musica. Classe 2002, ha da poco pubblicato il suo primo EP, Panorama20, che racconta il passaggio dall’adolescenza all’età adulta.
Da piccolo, all’età di 4 anni, scopre la musica classica e inizia a suonare il violoncello. Nel tempo, poi, gli studi classici si mischiano a versatilità più moderne, arrivando a creare il sound che presenta oggi. Attitudine che assorbe in maniera innata dalla sua Napoli di Rione Alto: multiculturale, caotica, malinconica, ricca di stimoli diversi e armonicamente intrecciati.
Gay.it ha chiesto a Tripolare di raccontarci il suo mondo e la sua visione della musica, tra cantautorato e poesia.
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Musicista ancora prima che cantante, tra violoncello e studi classici: come incide questa tua formazione sull’artista che sei oggi?
Il mondo classico nella musica è da sempre molto rigido ed è stato per me motivo di grande ansia. Ho iniziato a ricercare un tipo di musica diversa da quella che studiavo per poter dare sfogo alle emozioni senza dover rendere conto a nessuno.
Quali sono le tue ispirazioni non musicali? Artisti, letteratura o qualsiasi cosa…
Mi ispirano molto gli stati di insofferenza o stress, ma più di ogni altra cosa il tentare di amare qualcuno.
Nel singolo “Il Mio Cane” sostieni l’importanza di difendere i propri valori e i propri ideali: quali sono i tuoi?
Essere fedele ai miei gusti e ai miei bisogni è un valore per me necessario. Non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te è un altro tema che mi appartiene e credo che mai come oggi in una società che ha disimparato a provare empatia sia importante mettersi nei panni degli altri più spesso.
Le nuove generazioni insistono sul restare svincolate dalle etichette (non musicali): c’è commistione di genere musicali, fluidità di genere, post binarismo: ti senti in sintonia con questo tipo di contemporaneo?
Credo che le etichette in generale possano servire a dare una forma identitaria a chi la cerca; poi se qualcuno sente di non appartenere a nessuna di queste va bene. Mi sento ovviamente in sintonia con il contemporaneo cui accennavate, per la mia generazione fluidità di genere, post-binarismo sono temi più che radicati e molto sentiti.
Un cantautore è un poeta?
Non per forza.
C’è sovente una vena di tristezza nella tua musica, la amiamo, ma vorremmo chiederti: perché?
Come accennavo prima i brani che scrivo nascono spesso da un’esigenza di sfogo; è inevitabile che spesso quest’esigenza nasca da un malessere o il bisogno di attirare a me un qualcosa che desidero disperatamente.
L’Italia è indietro rispetto ad altri Paesi europei sui diritti civili: che ne pensi?
© Riproduzione RiservataBasterebbe guardare al resto d’Europa per rispondere a questa domanda, tuttavia la realtà è sotto i nostri occhi: in Italia ci sono le unioni civili ma non c’è un vero e proprio matrimonio per le coppie omosessuali, moltissimi sono gli obiettori negli ospedali che impediscono alle donne di esercitare un loro diritto fondamentale, il solo fatto che al governo ci sia una persona come Meloni credo rappresenti purtroppo bene lo stato dell’arte a cui assistiamo.