Basta con gli scaffali riservati alla "letteratura gay". La "normalizzazione" dell’omosessualità è un fatto, almeno nei libri. Perciò non vi aspettate di vedere segnalati con una bandiera rainbow i romanzi di un autore come Peter Cameron. Anzi, a vederli così, sul loro ripiano "Adelphi", sembrano libri quasi seriosi, ed è difficile sospettare che si tratta di testi che parlano di gay. O, almeno, anche di loro.
Di questo autore non ancora cinquantenne, nato nel New Jersey e vissuto a Londra per due anni prima di tornare a laurearsi negli Usa, Adelphi ha pubblicato ad oggi tre volumi: il primo, scritto nel 2002 e uscito da noi nel 2006 nella traduzione di Alberto Rossatti al prezzo di 19 euro, si intitola Quella sera dorata (discutibile adattamento dell’originale The city of your final destination) ed è diventato anche un film diretto da James Ivory; Omar Razaghi, giovane dottorando dell’Università del Kansas di origini iraniane, decide di scrivere la biografia di un autore noto per il suo unico romanzo La gondola e per farlo deve ottenere l’autorizzazione degli eredi, cioè l’ex moglie, l’amante e il fratello. Quest’ultimo – forse i lettori vorranno saperlo – è un anziano omosessuale che vive, come d’altronde anche le due donne, nelle desolate campagne dell’Uruguay insieme con il suo giovane compagno. Ma raccontare la trama che si snoda nelle 328 pagine del romanzo non rende giustizia alla scrittura di Cameron che riesce a tenere incollato il lettore tratteggiando con potenza i personaggi grazie a una prosa semplice e a frequenti dialoghi al tempo stesso agili e profondi, di cui è considerato uno dei migliori autori esistenti.
Sono in molti, però, a dirsi convinti che la seconda opera pubblicata in Italia (e quinto romanzo scritto da Cameron) sia più riuscita della prima: si tratta di Un giorno questo dolore ti sarà utile (stavolta la traduzione del titolo è letterale, mentre quella del romanzo è opera di Giuseppina Oneto; 206 le pagine, il prezzo 16,50 euro), uscito nel 2007 per Adelphi ancor prima dell’edizione inglese. Un libro salutato come un capolavoro, tanto che anche di questo sono stati acquistati i diritti cinematografici, peraltro dal regista italiano Roberto Faenza. Il titolo, che farebbe pensare a un romanzo tragico, in realtà cita semplicemente il motto di una scuola di vela per adolescenti problematici dove, a dodici anni, James viene mandato a trascorrere l’estate dai genitori appena divorziati. All’epoca in cui si svolge il romanzo James ha però 18 anni e sta trascorrendo a Manhattan l’estate successiva alla fine delle scuole superiori, impiegato nella galleria d’arte della madre in attesa di cominciare il College. Ammesso che si decida ad iniziarlo, perché tra le tanti inquietudini che colpiscono il povero ragazzo c’è anche la convinzione che frequentare le lezioni sarebbe solo uno spreco di denaro; lui, infatti, si dice sicuro di poter imparare tutto quello che vuole leggendo Shakespeare e Trollope.
Ma il college è solo una tessera del mosaico che fa pensare al giovane James di essere “disturbato”, come egli stesso si definisce prendendo in prestito un termine utilizzato dalla psicologa da cui lo mandano i suoi genitori. A proposito di loro: la madre colleziona matrimoni falliti che ricordano molto gli artisti ignoti – uno addirittura senza nome – le cui opere sono esposte nella sua galleria; il padre invece è impegnatissimo nella sua attività lavorativa, compra i vestiti a Londra, le scarpe in Italia, la biancheria in Svizzera e preferisce non far sapere a tutti che si sta per sottoporre a un intervento di blefaroplastica. James ha anche una sorella, con cui preferisce evitare di interagire. In realtà James vorrebbe evitare i contatti umani con chiunque, tranne che con le uniche due persone di cui ami la compagnia, cioè la nonna e John, l’affascinante afroamericano 33enne che gestisce la galleria d’arte della madre. Al quale James tirerà uno scherzo che metterà seriamente a rischio la loro amicizia.
Un giorno questo dolore ti sarà utile è un romanzo di formazione straordinario, in cui Cameron riesce a mettere in luce i disagi di un adolescente sullo sfondo di una New York profondamente modificata dall’11 settembre. È la sua grande prova da romanziere, visto che la sua carriera è nata e cresciuta grazie alla pubblicazione di racconti, apparsi soprattutto sulle pagine del New Yorker e successivamente raccolti in volume. La prima raccolta apparve nel 1986 con il titolo One way or another e venne pubblicata in Italia da Rizzoli col titolo In un modo o nell’altro ma è attualmente introvabile. Adelphi ha ripubblicato quest’anno quei racconti, tradotti da Luciana Bianciardi, con il titolo Paura della matematica (104 pagine, 15 euro) aggiungendone uno inedito scritto da Cameron nel 2008 (Il mondo dei ricordi). Un libro che permette di comprendere meglio le origini del talento di questo formidabile autore che vive da 25 anni nel Greenwich Village…
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