Nonostante il granchio preso da alcuni siti di informazione, in Veneto l’unica città che ha parificato le unioni civili al matrimonio, come previsto dalla legge, è Vicenza. A Padova invece, continua la lotta dell’onorevole Alessandro Zan per l’applicazione della legge contro il sindaco Bitonci.
Alcuni hanno riportato la notizia che il sito del comune di Vicenza avrebbe posto le indicazioni per le unioni civili sotto la voce “persone con disabilità”, senza accorgersi che le stesse istruzioni erano riportate sotto la voce “adulti”, “donna” o qualsiasi altra categoria che potesse essere interessata a unirsi civilmente. Una grande cantonata e uno spiacevole incidente che si sarebbe potuto evitare, anche solo considerando quanto ha fatto il sindaco Variati e il suo assessore con la delega per le Pari Opportunità Dal Maso a favore della comunità LGBT, istituendo sin dal 2012 un registro anagrafico per le unioni civili che aveva le stesse caratteristiche di quello oggi ufficializzato dalla legge Cirinnà. Variati inoltre è stato il primo sindaco dopo Roma a concedere l’uso di un monumento, la Basilica Palladiana, affinché venisse illuminato coi colori rainbow una volta approvata la legge. Il sindaco ha inoltre dato disposizione che le unioni civili nelle modalità, nei giorni e nei luoghi di svolgimento siano equiparate ai matrimoni civili. Stessa sala gratis per la celebrazione, mentre le altre location a disposizione sono a pagamento nelle stesse modalità dei matrimoni eterosessuali.
Anche il presidente di Arcigay Vicenza si è espresso sulla questione: ecco la sua dichiarazione.
Da ieri pomeriggio sono comparsi molti post dedicati alla scelta da parte del Comune di Vicenza di collocare uno spazio…
Posted by Mattia Stella on Saturday, August 6, 2016
Vicenza e Padova distano meno di 50 km l’una dall’altra e le loro province sono così integrate da risultare indistinguibili. Ma a Padova la situazione è totalmente diversa. Nonostante la città sia uno dei centri più vivaci della comunità LGBT veneta e nazionale (con il Padova Pride Village ormai realtà culturale da molti anni e per di più in pieno svolgimento), si assiste alla situazione paradossale di un sindaco leghista che le prova tutte per ostacolare l’applicazione della legge sulle unioni civili. Ormai impegnato in battaglie che soddisfano solo la parte più oltranzista della sua base elettorale, visto che la sua giunta perde assessori ogni settimana, incapace di una qualsiasi azione riformatrice, il Bitonci si è inventato che le unioni civili, come un qualsiasi altro atto amministrativo, vanno celebrate solo il mercoledì mattina, dopo una corsa ad ostacoli burocratici per le coppie che desiderano farlo nel comune padovano. Immaginate la scomodità di una simile cerimonia nel mezzo della settimana lavorativa per parenti e amici che vogliano essere presenti. Ecco, detto tutto.
Nel suo fervore integralista, il Bitonci è arrivato persino a citare il sindaco di Bologna, Merola, dicendo che anche lui celebra di mercoledì. Secca la smentita di Merola, che ha fatto sapere di aver cominciato al mercoledì perché era il primo giorno di validità della legge, ma che anche Bologna equipara in tutto e per tutto le unioni civili ai matrimoni.
Bitonci non si è accorto che sulla sua strada ha trovato l’opposizione dell’onorevole Alessandro Zan, da sempre impegnato in prima persona per i diritti della comunità LGBT, il quale ha sbugiardato sulla stampa locale e nazionale il comportamento del sindaco definendolo dispettoso al limite del puerile, proprio perché motivato da odio ideologico e null’altro.
In settimana il prefetto interverrà direttamente sulla questione.
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Ma la magistratura dove è? ?? Questo è reato e non deve intervenire il prefetto ma l’autorità giudiziaria. Omissioni di atti d’ufficio tanto per iniziare. E poi titta una serie di reati connessi alla discriminazione. Un sindaco che non solo nom applica la legge ma la osteggia va processato per direttissima è una vergogna il silenzio della casta dei giudici