“Quella signorina lì è un’artista. 10”. Il regista Enrico Vanzina commenta così, in veste di membro della giuria di qualità, l’esibizione di Valentina Giovagnini che ha da poco finito di intonare Il passo silenzioso della neve sul palco di Sanremo 2002. La cantante si commuove tra le braccia di Pippo Baudo, conduttore di quell’edizione, dopo aver raccolto voti altissimi da parte degli esperti chiamati a valutare le performance al teatro Ariston. La vita di Valentina si interrompe nel 2009 a causa di un drammatico incidente, ma la sua musica non smette di risuonare nelle orecchie di chi l’ha conosciuta e amata. E sono in tanti, incluso Tiziano Ferro. Il 5 aprile prossimo, per la prima volta, la produzione discografica della cantautrice approderà sulle piattaforme streaming e in digitale in attesa, il 26 luglio, della release fisica de La mia natura (Verba Manent/ADA Music Italy-Warner Music Italy) triplo CD che contiene i due dischi già editi e l’inedito EP Respiro.
Valentina Giovagnini nasce ad Arezzo il 6 aprile 1980. Cresce a Pozzo della Chiana e sin da piccola si innamora dell’arte: studia danza, canto, pianoforte e flauto. Si diploma al liceo musicale e si iscrive alla facoltà di Lettere con indirizzo musica e spettacolo. Durante gli anni accademici ha modo di approfondire lo studio della cultura medievale e della musica celtica, elementi che riversa anche nelle sue canzoni. Sì, perché Valentina quando si affaccia sul mercato discografico è una creatura davvero rara, con una proposta artistica ricercata e piuttosto inedita per la musica italiana. Si ispira a nomi come Enya, Kate Bush e Loreena McKennitt; ama il folk, la musica tradizionale e il pop sperimentale di Björk, così come le opere di Angelo Branduardi ed Elisa.
A Sanremo arriva in punta di piedi nella sezione ‘Giovani’ con Il passo silenzioso della neve, brano che le vale il secondo posto – per soli 21 voti – dietro a Doppiamente fragili di Anna Tatangelo. Viso angelico e braccia che sul ritornello si aprono come fossero ali, Valentina porta a casa il premio per il miglior arrangiamento. Tutto fa pensare all’avvio di una carriera promettente, eppure non sale più su quel palco.
Dopo il Festival pubblica l’album d’esordio Creatura nuda, ma dall’anno successivo colleziona una serie di “no” che tagliano le gambe al suo percorso discografico. Viene esclusa da Sanremo 2003, così come nel 2004 da Tony Renis e nel 2005 dalla commissione diretta da Gianmarco Mazzi. A proposito di quest’ultimo rifiuto Vincenzo Incenzo, autore che ha lavorato con la cantante, ricorda nel libro Valentina Giovagnini – Tra vita e sogno come Paolo Bonolis, conduttore di Sanremo 2005, fosse rimasto colpito dal brano proposto da Giovagnini, Inimmaginabile, ma Mazzi avrebbe detto di no perché l’artista aveva già avuto la sua possibilità nel 2002. Non va meglio nel 2008, quando Valentina, di nuovo, ci riprova sottoponendo all’attenzione di Pippo Baudo Sonnambula. Due di picche anche questa volta.
L’uscita del secondo disco viene bloccata, il contratto con la casa discografica scade e non viene rinnovato. L’artista non si dà per vinta e continua a fare musica, ma il 2 gennaio 2009 rimane vittima di un incidente stradale tra Pozzo e Foiano della Chiana. La sua Nissan Micra finisce fuori strada in circostanze non ancora chiare: un colpo di sonno, o un animale che attraversa all’improvviso. L’unica certezza è che l’auto si schianta contro un albero e a nulla serve l’intervento chirurgico alla testa a cui viene sottoposta alle Scotte di Siena.
In sua memoria nasce la Valentina Giovagnini Onlus che mantiene vivo il ricordo di Valentina organizzando eventi musicali e non, e promuovendo iniziative artistiche per la raccolta di fondi da devolvere a sostegno di progetti in ambito sociale e di opere di beneficenza. Nel maggio del 2009, 4 mesi dopo la sua scomparsa, esce postumo il secondo lavoro di inediti, L’amore non ha fine, contenente brani registrati tra il 2003 e il 2008.
Sono trascorsi 15 anni dalla morte della cantante e, benché siano mancati omaggi di grande eco mediatica, l’impronta lasciata da Giovagnini in chi ama la buona musica non accenna a svanire. È così anche per Tiziano Ferro, che affida alle pagine di Vanity Fair il suo personale e commovente ricordo dell’amica e collega. “Valentina è stata una scintilla di bellezza in un periodo della mia vita in cui stavo scoprendo chi ero” spiega, raccontando il loro primo incontro e l’intesa che si era instaurata:
L’ho conosciuta a un Festivalbar e siamo diventati subito amici. C’è stata una connessione soprannaturale con lei. Ricordo la serata all’Arena di Taormina, stavo provando ed ero molto emozionato. Mentre sono sul palco, un po’ teso, sento due mani che mi coprono gli occhi da dietro. Mi giro ed era lei, con quel sorriso stupendo. Ci sentivamo spesso, le avevo anche mandato una canzone. C’era qualcosa di speciale in Valentina.
Quindi, il cantautore di Latina si lascia andare a una dolce confessione:
Devo confessare una cosa che non ho mai raccontato. Lei è stata un’infatuazione molto forte. Non posso dire che fossi ricambiato perché lei non ha mai proferito parola, ma per me è stata uno degli ultimi innamoramenti nei confronti di una ragazza. Avevo perso la testa. Era dolce e giocosa. Ci siamo capiti subito e tenuti per mano. La sua scomparsa mi ha distrutto. Mi manca tanto, non riesco ancora a cancellare il suo numero dal cellulare.
Difficile dire come sarebbe proseguita la carriera di Giovagnini in questi 15 anni. Il mercato discografico è fortemente cambiato e ha preso strade che spesso penalizzano i percorsi meno commerciali. Davvero complicato pensare la sua musica al servizio, ad esempio, di TikTok. Sono certo, però, che Valentina avrebbe continuato a studiare, sperimentare e mettere la propria grazia nelle canzoni. Di lei ci restano solo due album, ma entrambi rappresentano isole felici di indubbio valore.
Ora è finalmente il momento di riaccendere una luce sulla produzione di Valentina Giovagnini, affinché venga celebrata e, magari, scoperta anche dalle nuove generazioni. Il remastering del suo repertorio per il progetto La mia natura in arrivo il 5 aprile in digitale e a luglio in formato fisico è stato realizzato da Jurij Ricotti, che ha lavorato per nomi come Andrea Bocelli, Eminem e Dua Lipa. Utilizzando algoritmi avanzati di intelligenza artificiale Ricotti ha scomposto gli stems originali con un sistema di ultima generazione, consentendo un remastering più professionale e compatibile con le nuove tecnologie audio.
“Lasciami vivere così, senza confini dentro me, la mia natura è andare via tra vita e sogno”, cantava Valentina ne La mia natura. Parole che, col senno di poi, suonano quasi profetiche. “Pensami come una luce lontana” intonava invece in Libera. Quella luce, seppur lontana, continua a emanare calore ogni volta che premiamo play sulle sue canzoni. E oggi, con la notizia del suo “ritorno” discografico, la sentiamo finalmente più vicina.
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