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VATTIMO: AMO UN CUBISTA VENTENNE

Il filosofo torinese si confessa su Vanity Fair: ‘lui è giovane e bello, io ho 69 anni’. E confessa: ‘lo dico perché soffochiamo nel perbenismo’. Applaudono Cecchi Paone e Grillini.

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ROMA – “Amo un cubista di 20 anni”. Detta da un filosofo di fama, ex preside di facoltà la cosa fa notizia. A destare il polverone è stato il torinese Gianni Vattimo, teorico del pensiero debole, che ha concesso al settimanale “Vanity Fair” in edicola domani, giovedì 19 maggio, un’intervista molto sincera sulla sua vita sentimentale.
«Sono molto innamorato. Lui è un cubista ventenne. E’ l’unico pezzo di famiglia che ho. E lui ha per me – confessa Vattimo che non ha mai fatto mistero della sua omosessualità – sentimenti di devozione, amicizia, che purtroppo non sfiorano propriamente la libidine, e lo capisco anche. Io come oggetto sessuale sono uno sfacelo: ho 69 anni. Devo rassegnarmi ad amicizie da salotto oppure posso avere qualche passione e desiderio? Ora viviamo questa storia in relativa fedeltà. Io, assoluta. A questo ragazzo tengo, perciò la sua passione tiepida non mi allontana»
Alla domanda su cosa pensino i suoi amici, risponde: «Un amico autorevole, grande scrittore, filosofo noto, mi fa: Ma perché non te lo tieni per te? Capisci che è vergognoso, che te ne frega di dirti innamorato di un cubista? Gli davo ragione, poi ho assistito a un suo discorso e mi è sembrato di una così totale ufficialità e trombonaggine che ho detto: allora faccio bene, qui soffochiamo nel perbenismo più totale».
Il giornalista di Vanity Fair chiede se l’amico non sia per caso Umberto Eco, e Vattimo replica: «Non mi faccia prendere querele, per carità, no comment».
L’attacco al perbenismo sembra aver raggiunto lo scopo, e per questo col filosofo si sono congratulati sia Alessandro Cecchi Paone che Franco Grillini. Cecchi Paone afferma che confessando il suo amore Vattimo ha voluta dare uno scossone soprattutto a quella «sinistra talmente tiepida sulle tematiche di libertà da non spingere nemmeno per il riconoscimento delle coppie di fatto».
«Se un autorevole intellettuale di sinistra decide di rendere pubblica una sua vicenda personale non è per caso. E’ utile al paese che rappresentanti della classe dirigente si oppongano a questa Italia omofoba e misogina. Questo Paese è il più arretrato dell’occidente, siamo gli unici a non riconoscere le coppie di fatto». Anche Cecchi Paone insomma si sente «soffocare dal perbenismo».
«Conosco Vattimo – ha concluso Paone – abbiamo avuto un forte confronto politico, ma ho grande stima di lui. E posso dire che rendendo pubblica la sua passione ha voluto dare uno scossone soprattutto al perbenismo di quelli che gli stanno vicini politicamente».
Per Franco Grillini quella di Vattimo è «una bella storia. Se uno è innamorato di un cubista perchè non dirlo? La leggo come la rivendicazione dei sentimenti e del desiderio maschile e soprattutto apprezzo che Vattimo abbia deciso di parlarne in pubblico».
Secondo Grillini, una prova di coraggio soprattutto perchè «sentimenti e desideri sono considerata prerogativa femminile, prova di debolezza, se il discorso su sentimenti e desideri si associa a un uomo diventa un discorso osceno, nel senso barthesiano del termine. Invece – prosegue Grillini – occorre rivalutare le emozioni, e affermare che la capacità di emozionarsi non è debolezza, anzi è una forza, lo dicono anche gli psicologi del lavoro: un capo che non riesce a suscitare emozioni è meno leader e le emozioni stimolano la creatività».
Ma Gianni Vattimo, sulle pagine di Vanity Fair affronta anche il tema della genitorialità omosessuale: «Con Sergio (il suo ultimo compagno), morto di tumore, ci pensavamo. Però tutti parlano del diritto dei bambini di crescere con una mamma e un papà, come se non ci fossero quelli che crescono con lo zio o il nonno. Ragionando così, lo Stato dovrebbe affidare a tutti una famiglia d’ufficio. E sarebbe certo meglio che tutti avessero genitori ricchi e una casa in campagna».
Su questo argomento Grillini si è dimostrato meno appassionato: «E’ un tema che non mi appassiona troppo – ha affermato – è come discutere di companatico quando non c’è nemmeno il pane. La questione adozione non esiste: primo perchè per ogni bambino adottabile ci sono 25 coppie in coda, poi perchè se un omosessuale vuole davvero un figlio può farlo. Le priorità sono altre: la legge sul Pacs, il patto civile di solidarietà, l’opporsi all’omofobia strisciante provata dagli ultimi fatti di cronaca, il pestaggio di due coppie gay una a salerno e l’altra a Roma».
Clicca qui per discutere di questo argomento nel forum Salotto Culturale.

di Alessandro Federici

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