L’ultima assurdità leghista sul tema dell’omotransfobia arriva da Villafranca di Verona, in Veneto, con il partito di Matteo Salvini alla’attacco del liceo Medi a causa di un’assemblea di istituto voluta e organizzata on line dagli stessi studenti. Il motivo? «Omotransfobia e Lgbtqi+, contro natura?» il tema dell’assemblea, che si terrà il prossimo 18 febbraio, con unico relatore Luigi Turri, ricercatore di storia e antropologia del vicino oriente antico all’Università di Verona e attivista del Milk Planet. Apriti cielo. Il deputato leghista, Vito Comencini, ha tuonato contro il ‘mancato contraddittorio’. Questo vuol dire che la Lega vorrebbe difendere l’omotransfobia nelle scuole? Chi avrebbero dovuto invitare, un odiatore seriale?
Siamo in una fase molto delicata per il nostro Paese, caratterizzata da un drammatico crollo del tasso di natalità. Perché non si parla di questo? Perché non si discute del valore della famiglia? Attraverso assemblee come questa si consente all’ideologia gender di entrare a scuola, alla faccia del confronto democratico di cui si riempiono così tanto la bocca molti rappresentanti della sinistra. In nome del politicamente corretto e del relativismo ormai è consentito tutto e il contrario di tutto. Rispetto il diritto degli studenti di riunirsi in assemblea, ma sono convinto che le priorità siano ben altre e come me molti genitori e professori.
Il benaltrismo, puntuale, torna a farsi strada persino dinanzi ad un’assemblea di istituto, decisa e organizzata dagli stessi studenti. Stefano Valdegamberi, consigliere regionale veneto, ha dato ragione al ‘collega’ deputato, definendo “inopportuno il dibattito a senso unico. Bene ha fatto l’on. Comencini a sollevare il problema della mancanza di pluralismo e di dialettica nel dibattito, valori questi che la scuola dovrebbe sempre come riferimento per assolvere appieno al proprio compito educativo e formativo”.
Semplice e diretta la replica dei ragazzi, come riportato da LArena: “Parleremo delle discriminazioni del mondo Lgbt. Di come sia stato trattato in passato e delle norme che nel tempo sono cambiate. La nostra è una assemblea apolitica che si concentra sulle esperienze di vita di altre persone, e spiace che venga strumentalizzata così. Che tristezza. Capiamo la critica, ma questa assemblea deve ancora svolgersi. Sono anni che si cerca di organizzare un dibattito come questo. Ci teniamo a dire che non è stato imposto da nessuno”.
Dura replica anche da parte della CGIL di Verona: “Troviamo alquanto strano che un deputato della Camera non conosca il fondamentale diritto degli studenti di riunirsi in assemblea nel rispetto dell’art. 18 della Costituzione e dei Decreti Delegati 297/94. La scuola è luogo formale per la promozione della cittadinanza e le assemblee studentesche della secondaria costituiscono occasione di partecipazione democratica, di confronto aperto e critico, di approfondimento di temi della società in funzione della formazione civile e culturale. Dibattere nei luoghi della cultura tutti i temi è la miglior garanzia della costruzione di un pensiero plurale, lontano da radicalismo e ideologie spesso ospitati in chat e nella solitudine del singolo. Le modalità organizzative delle iniziative non sono estemporanee ed occasionali, ma segnate da un percorso democratico e trasparente. Chi ha promosso questa “aggressione” politica ignora la missione educativa della scuola. La CGIL di Verona intende esprimere il proprio sostegno alla comunità educante del Liceo Medi di Villafranca, studenti docenti e personale ata, insieme al Dirigente Scolastico, per “l’aggressione” subita da alcuni esponenti politici veronesi in merito alla iniziativa di una assemblea studentesca del Liceo che si terrà sui temi della educazione alla tolleranza, contro l’omofobia. D’altra parte è purtroppo vero che la nostra provincia ha il triste primato di un consiglio comunale, quello di Verona, che già 10 anni fa, ma ancor più recentemente il 9 luglio 2020 ha approvato una mozione contro una proposta di legge che contrasta i crimini di odio nei confronti delle persone omosessuali e transessuali”.
E qui, tristemente, tutto torna.
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